Dall’università cattolica: «È assurda la giornata pro-vita del 9 febbraio»

Dalla Rassegna stampa

Il giorno della morte di Eluana Englaro, il 9 febbraio, diventa la Giornata nazionale degli stati vegetativi per volere del governo ed è scontro. Alle posizioni raccolte ieri dall’Unità e nettamente contrarie del senatore Ignazio Marino del Pd e della collega Maria Antonietta Coscioni, presidente dell’omonima associazione, si aggiunge («Una proposta sbagliata»), il Direttore del Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, prof. Adriano Pessina. «Il caso Englaro è - sottolinea Pessina - un caso, che non può e non deve diventare il simbolo di nessuna battaglia». La donna morì il 9 febbraio 2009 dopo 17 anni di stato vegetativo in seguito a un incidente stradale.
 «La decisione del Governo di istituire una Giornata nazionale degli stati vegetativi - afferma Pessina - è positiva, pone all’attenzione pubblica la necessità di garantire sostegno alle famiglie e ai centri che si fanno carico di questa difficile condizione clinica. Ma per questi stessi motivi è sbagliata e non condivisibile la proposta di celebrare questa giornata il 9 febbraio, data della morte di Eluana Englaro». E sono «da condannare le spregiudicate forme di propaganda mass mediatica che sfruttano vicende personali per consolidare deboli e confuse teorie bioetiche».

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