D'Alema "risarcito" dal Pse: guiderà la superfondazione degli eurosocialisti

Si profila un orizzonte europeo per Massimo D’Alema. Per carità, nessun addio alla politica italiana da parte del presidente del Copasir, che anzi, è più che mai immerso nelle questioni domestiche e sta seguendo con grande attenzione quel che accade nel centrodestra dove è in atto lo scontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.
Quindi, niente traslochi. D’Alema resterà in Italia, ma farà più di una puntata in giro per l’Europa. Inevitabile, visto che, salvo novità dell’ultim’ora, sta per assumere una nuova importante carica. L’ex premier si appresta a curare la Fondazione delle fondazioni del Partito socialista europeo. Già, D’Alema è in procinto di dirigere un’apposita fondazione incaricata di elaborare un «pensiero progressista nuovo» che crei le basi per l’ampliamento del campo del centrosinistra.
Obiettivo, questo, che, peraltro, è un vecchio pallino di Massimo D’Alema, il quale è convinto (non da ora) che non ci si possa rinchiudere nel recinto stretto delle vecchie famiglie socialiste europee, ma che occorra che il Pse si apra al nuovo.
Una soddisfazione «postuma», per il presidente del Copasir, che aspirava al ruolo di ministro degli Esteri della Ue, ma che aveva poi dovuto rinunciare alle sue ambizioni perché per un accordo tra governi europei quella poltrona era stata ceduta alla Gran Bretagna, escludendo l’Italia da quella contesa.
Massimo D’Alema aveva accusato il colpo, anche se ufficialmente si era limitato a uno stringatissimo comunicato stampa di commento ed era stato il primo a dire che bisognava sostenere lady Ashton nel suo nuovo compito.
Dopo quell’episodio, un’ala del Pd aveva addirittura messo in discussione la decisione del partito di aderire a metà ai socialisti europei, attribuendo a questa titubanza la scelta presa dai leader del Pse che non avevano aiutato D’Alema nella sua corsa alla poltrona di ministro degli Esteri Ue.
Ma il presidente del Copasir aveva continuato a mantenere buoni rapporti con i colleghi europei, e non aveva disertato nemmeno un appuntamento estero. Tanto che qualche mese fa era stato Martin Schulz, presidente dell’eurogruppo del Pse, a prospettare questa soluzione: «Stiamo pensando a un incarico per D’Alema». E l’incarico a cui si stava pensando, già allora, era proprio questo. La diplomazia tra partiti-fratelli è andata avanti in tutto questo periodo e qualche giorno fa ci sarebbe stata la svolta e la decisione di dare al presidente del Copasir un ruolo di prestigio all’interno del Pse affidandogli appunto la guida di questa mega-fondazione.
Certo, «non un risarcimento», per dirla con le parole di D’Alema, rispetto al mancato incarico in Europa. Piuttosto un riconoscimento a cui l’ex premier teneva in modo particolare.
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