Il Dalai Lama a Roma attacca la censura in Cina: "è immorale e nociva"

Affabile, deciso, incurante della diserzione governativa. «In Cina si è detto che ero malato di cancro e che sarei presto morto, invece sono qui vivo e vegeto». Ha scherzato più di una volta ieri il Dalai Lama nel corso della sua relazione e poi di una conferenza stampa alla Camera dei Deputati nel 5/o Congresso mondiale dei parlamentari Pro-Tibet, apertosi con una relazione introduttiva di Matteo Mecacci (Radicali-Pd), presidente dell`Intergruppo parlamentare per il Tibet.
IL DISCORSO
Accompagnato da alcuni monaci e dalle autorità del governo tibetano in esilio, il premio Nobel per la Pace ha parlato soprattutto degli «effetti devastanti della propaganda di regime e della censura in Cina», invitando la comunità internazionale ma soprattutto gli stessi cinesi a visitare il Tibet o in libertà, senza spie» per vedere con i propri occhi come stanno le cose e rendersi conto che una società chiusa dove manca la libera informazione è «immorale e nociva». «Anche voi italiani, andate a vedere, inviate delle delegazioni. So che il viaggio costa molto, per ripagarlo potete però sempre acquistare degli oggetti antichi e rivenderli», ha scherzato ancora per chiarire che la chiave per la risoluzione di tutti i problemi è la trasparenza: «Il popolo cinese ha fame di spiritualità. Sono sicuro che se sapesse come stanno realmente le cose in Tibet, si comporterebbe diversamente. Il problema fondamentale non è la questione tibetana che di fatto non esiste, perché la sovranità della Cina sul Tibet non è in discussione. Il problema è che è immorale che 1,3 miliardi di cinesi siano lasciati nell`ignoranza e con il divieto di conoscere la realtà.
DIALOGO E LIBERTA'
Le affermazioni del Dalai Lama hanno provocato la reazione accesa di un corrispondente cinese che ha ribattuto: «Il popolo cinese non è stupido, non è vero che siamo ingannati dal governo», mentre un altro ha accusato il Dalai Lama di essere un leader politico e non spirituale. La ripresa di un dialogo pacifico con la Cina è tuttavia possibile e «giornate come queste servono proprio a riprendere il filo delle iniziative su scala europea», rileva la parlamentare del Pd Giovanna Melandri, e «uno dei temi di cui si sta parlando è una figura specifica per promuovere la ripresa di un dialogo, un`iniziativa che l`Unione Europea può assumere».
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