Dal Nobel al regista erotico in pista i candidati al Pirellone

Dalla Rassegna stampa

Lottiamo fino allultimo, ma a questo punto «l`ipotesi più probabile è il ritiro della mia candidatura». Sono ore febbrili per Marco Cappato: tra oggi e domani bisogna depositare le liste in vista del voto regionale del 28 marzo, ma quelle che sostengono l`aspirante governatoremesso in pista dai Radicali sono poverissime di firme. «In tutta la Lombardia ne servono 17mila, suddivise per ogni provincia, e ai banchetti finora ne abbiamo raccolte solo la metà; stiamo
ritirando i moduli inviati alle segreterie di Comuni, tuttavia sono molto pessimista perché il regime di illegalità partitocratica non consente ai cittadini di essere informati di questa possibilità». Poi la stilettata ai quasi alleati del Pd, che nel Lazio sostengono la corsa di Emma Bonino e per questo starebbero dando una mano ai Radicali lombardi nel rush finale. «Il Pd che si spende per noi? Non mi risulta - sorride sornione il trentanovenne Cappato -, ma spero per loro che non sia così: se l'aiuto è questo, vuol dire che non riescono a muovere nulla».
Dunque il rischio del forfait forzato è altissimo: a meno di una formidabile impennata delle ultime ore, niente candidato governatore con il marchio Bonino Pannella, e addio alla variegata
compagnia di aspiranti consiglieri regionali. Tra cui la stessa Emma Bonino (sempre a Milano) e la vedova di Welby Mina Schett (nel listino bloccato). Qui si è scomodato perfino il regista Tinto Brass (candidato nel proporzionale a Milano), che ha già fatto stampare personalissimi manifesti da mandare probabilmente al macero: sì, quelli con un sontuoso fondoschiena femminile e la
scritta "Un culo è meglio di una faccia da culo". Tutto a posto, invece, per gli altri candidati presidenti. Non solo, ovviamente, Formigoni e Penati, che possono disporre di formidabili macchine elettorali. Anche gli altri "piccoli" ostentano la tranquillità di quelli che ce l'hanno fatta a raccogliere le firme necessarie.
Vittorio Agnoletto, candidato presidente per la Federazione della sinistra che riunisceRifondazione e Comunisti italiani, sembra parecchio caricato, mentre legge l'elenco dei 15 che con lui  compariranno nel listino bloccato, vale a dire il premio di maggioranza da assegnare alla coalizione vincente. Insomma, speranze di passare pari allo zero, però i nomi di sicuro pesano: tra gli altri, il Nobel Dario Fo e Franca Rame, gli attori Moni Ovadia e Paolo Rossi, l'astrofisica Margherita Hack, e pure Luca Mangoni, il "Supergio- vane" di Elio e le storie tese...
Agnoletto è un fiume in piena: «Il nostro listino dimostra che a Milano e in Lombardia la cultura di sinistra e democratica si sta ribellando di fronte alla finta competizione tra Formigoni e Penati; il secondo è appiattito sulprimo, e invece c'è bisogno di una sinistra non solo non appiattita, ma neppure compromessa negli affari». Poi Savino Pezzotta, candidato dell'Udc. Sui mega-cartelloni già affissi («Onestà e trasparenza») c'è la cifra della sua campagna elettorale. E adesso, con gli episodi di corruzione riemersi alla grande, l`ex leader della Cisl rincara la dose: «Sulle liste pulite la destra ha fatto tanto rumore per nulla, visto che candidano persone inquisite; qui in Lombardia è ora di gridare forte e chiaro che la politica deve essere tolta dalla pura gestione, soprattutto nella sanità, dove lo spoil system di Formigoni è spaventoso».
 

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