"Dal Fisco una stangata per 1.133 euro a famiglia"

Dalla Rassegna stampa

È un ritornello destinato ad essere ascoltato ancora a lungo: i soldi in busta paga non bastano per arrivare alla fine del mese. E non è una recriminazione lamentosa, ma la realtà di moltissimi cittadini. I calcoli delle associazioni dei consumatori sono da allarme: gli aumenti delle tasse peseranno sulle famiglie per una cifra pari a 1.133 euro l'anno.

E a lievitare non è solo la tassazione, ma anche prezzi e tariffe. Così il conto della crisi rischia di essere veramente salato. Basti pensare all'ultimo prelievo con le addizionali regionali e comunali aumentate e alla necessità di spendere sempre di più per le normali attività. Ad esempio, fare benzina per andare al lavoro con il costo del carburante che ha fatto registrare picchi da record. Federconsumatori ed Adusbef parlano di «imponente aumento della tassazione, che sottolinea ancora una volta la necessità di annullare l'ulteriore aumento dell'Iva da settembre.

E che il ricavato della lotta all'evasione venga restituito alle famiglie a reddito fisso». La classifica dei rincari, tra le diverse voci, è guidata dall’Imu sulla prima casa che vale 405 euro l'anno. Poi l'addizionale regionale e comunale, 245 euro l'anno. Poi i quasi certi aumenti Iva (da ottobre 2012) che valgono 270 euro. Ma su questa ultima ipotesi il Governo si è impegnato a trovare soluzioni alternative. Se ce ne saranno. Perché la crisi pesa anche sui conti dello Stato. Secondo l'Istat il 2012 parte male, con un meno 0,5% di crescita acquisita. E ciò proprio a causa della caduta dei consumi. E una flessione del Pil si riverbera anche su deficit e debito.

Possibili saranno gli aumenti della benzina per i contribuenti delle regioni che hanno dichiarato lo Stato d'emergenza dopo le nevicate di febbraio. La commissione Affari costituzionali del Senato, infatti, ha ripristinato la cosiddetta «tassa sulle disgrazie», tolta due settimane fa dalla Camera. Ora la parola passa all'aula che oggi voterà il decreto semplificazioni, in cui è inserita la norma. La «tassa sulle disgrazie» era stata cancellata dalla Camera e in Senato la commissione Bilancio ha posto un problema di copertura finanziaria del decreto.

La norma, voluta un anno fa dall'allora ministro dell' Economia Giulio Tremonti, stabilisce che il fondo della protezione civile per le calamità naturali sia finanziato attraverso l'aumento automatico dell'accise regionale sulla benzina ogni volta che si usano risorse del fondo stesso. Come è appunto avvenuto in occasione delle eccezionali nevicate di febbraio. Curiosamente la tassa è stata ripristinata in Senato con un emendamento bipartisan mentre alla Camera il Pd aveva minacciato di non votare il decreto, dopo che il sottosegretario al Tesoro Gianfranco Polillo aveva chiesto di evitare la cancellazione.

Primi firmatari sono Filippo Saltamartini (Pdl) e Marina Magistrelli, che hanno proposto l'emendamento insieme a Francesco Casoli (Pdl), Silvana Amati (Pd), Salvatore Piscitelli e Luciana Sbarbati del Gruppo misto. «La Protezione civile - ricordano - ha un fondo per le emergenze di 600 milioni di euro».

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