Dal carcere un aereo per la libertà

Ferragosto nei penitenziari.
A Lauro (Avellino) detenuti tossicodipendenti costruiscono uno «Sword cruise»
Subito pensi a Dedalo e Icaro, e al loro sogno di volare per scappare dalla prigione in cui Minosse li aveva rinchiusi. Ma al di là dell`evocazione simbolica, «le ali della libertà» non sono un sogno. Sono già realtà: un aereo biposto affiancato, ultraleggero, in legno di "abete armonico", 8,io metri di apertura alare, con una velocità di punta di 300 km/h, e di crociera di poco inferiore, interamente costruito in carcere, nella falegnameria del piccolissimo carcere di Lauro, provincia di Avellino. Non è fatto per scappare, ma per imparare un mestiere vero. La strada per la libertà passa anche da qui. Nell`«inferno» delle prigioni descritto ieri da alcuni politici che hanno aderito all’inizitiva dei radicali «Ferragosto in`carcere», la storia dell`aereo di Lauro ha il sapore di una sfida quasi impossibile. «Le ali della libertà» è il nome del progetto - il primo in Europa - che da mesi stanno realizzando Ciro, Angelo e Giovanni, tre detenuti tossicodipendenti, sotto la guida dì Aurelio, maestro d`arte di Eboli. A marzo l`aereo - uno Sword cruise - sarà completato e potrà essere utilizzato nel settore della sicurezza, come civetta antincendio o sorveglianza a mare, o essere venduto per la ricostruzione in serie. Il collaudo è affidato a Paolo Cantani, supervisore tecnico, che di mestiere fa l`istruttore di piloti elicotteristi dell`Agusta. Progetto curioso da realizza- re in un carcere. Non il solito ".lavoretto" dequalificante che, per lo più, viene affidato ai detenuti per consumare le lunghe giornate dì ozio, in attesa del fine pena, ma l`opportunità vera di acquisire una professìonalìtà specifica e di alto livello. Angelo, Ciro e Giovanni sono partìti da zero e da febbraio, ogni settimana, fanno la spola tra Lauro ed Eboli, nell`officina del maestro d`arte, per impossessarsi delle competenze aeronautiche necessarie alla realizzazione del velivolo. Con la speranza, una volta liberi, di poterle mettere sul mercato e cominciare un`altra vita. Lauro è uno dei pochi Icatt - Istituto a custodia attenuata per il trattamento dei tossicodipendenti - ancora esistenti. Ospita 54 detenuti (tutti uomini), quanti sono i posti, e quindi non soffre di sovraffollamento né di suicidi né di aggressioni ai poliziotti. Una semirarità - con altre poche eccezioni - nell`«inferno»` penitenziario italiano. Il progetto «le ali della libertà», finanziato dalla regione Campania, è stato elaborato dalla Cooperativa «L`Approdo» di Avellino e dall`Associazione «Il Pioppo» di Napoli ed è coordinato da Beppe Battaglia, volontario di lunga data a Lauro. Il cantiere di lavoro è stato aperto a febbraio e si chiuderà a marzo, con il primo volo del superleggero. Una «pazziella», dicevano all`inizio i detenuti, increduli. Ma da quando il progetto è partito, nel piccolo carcere di Lauro il tempo "vola". E ora, a metà strada verso il decollo, quella «pazziella» è diventata per tutti una sfida. Da vincere a ogni costo. Ieri primo giorno di visita dei politici per l`iniziativa dei radicali. Pannella: «Lo stato compie crimini da corte penale internazionale»
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