Dal brivido al sollievo il Vaticano festeggia la sconfitta dell'abortista

Dalla Rassegna stampa

Una Settimana Santa che inizia con la vittoria di Renata Polverini fa stemperare il clima da via crucis chela Chiesa sta vivendo, in un momento di profonda drammaticità, tra scandali, accuse, attacchi, i risultati elettorali visti da Oltretevere assumono un profili basso, ma hanno il loro peso. Soprattutto per quel che riguarda i duelli elettorali in terra laziale e piemontese.
E quindi anche qui è stato seguito con interesse il testa a testa tra Renata Polverina e la Bonino, così come quello in Piemonte tra la candidata del centrosinistra Mercedes Bresso e il leghista Roberto Cota.
Era diffuso il timore, anzi la certezza che sarebbe stato davvero più difficile per il Vaticano stabilire un buon rapporto con la Bonino presidente nel Lazio, più che con qualsiasi altro presidente del passato, anche di centrosinistra.
E nei sacri palazzi in molti leggono nel dato dell’astensionismo in aumento, soprattutto nel Lazio, proprio una più ampia disaffezione, o crisi, dell’elettorato cattolico. A destra penda della mancanza di una lista del PdL, a sinistra pe rla presenza di una candidata come la Bonino che ha provocato un "caso di coscienza" in molti elettori cattolici.
Un altro risultato seguito con attenzione è stato quello appunto del Piemonte. La Bresso, candidata del centrosinistra, non gode di eccessive simpatie per via delle sue posizioni molto simili a quelle della Bonino sulle questioni di bioetica e di politiche familiari. Una sua vittoria era vista con preoccupazione, dal Vaticano. Confermate dalle dichiarazioni rilasciate "a caldo" da Marco Pannella: «Credo proprio che con la vittoria di Emma Bonino e Mercedes Bresso si delinea il fronte politico del futuro», essendo stato l’obiettivo primario quello di «strappare il Lazio al suo destino di ritorno, non tra gli stati pontifici, ma al ritorno al peggio dell’altro secolo».
Le vittorie della Polverini e quella possibile, al momento di andare in stampa, di Cota permettono di tirare un respiro di sollievo, in questo senso. Il livello d’allarme Oltretevere, infatti, è sempre stato alto, più che mai nel rush finale della campagna elettorale, mentre la Bonino sembrava aver molte chance in più, con il caos sulle liste che ha rischiato di mettere fuori gioco la candidata del centrodestra.
Per la verità, sarebbe più corretto parlare di allarme per la Cei, cioé per i vescovi italiani, che non per il Vaticano in generale. Questo per via delle note posizioni abortiste dell’esponente radicale e per le sue idee in fatto di convivenze da equiparare al matrimonio, su tutte le questioni di etica e bioetica. Proprio su questo fronte la Chiesa ha voluto dare battaglia, senza entrare, com’è logico, nel merito più strettamente politico.
E c’è la sensazione che gli importanti interventi del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, siano stati presi in considerazione. Interventi che contenevano una indicazione precisa, ossia che «criterio guida per un sapiente discernimento tra le diverse rappresentanze è l’impegno programmatico, chiaramente assunto, di assicurare il pieno rispetto di quei valori che esprimono le esigenze fondamentali della persona umana e della sua dignità». Quindi, no ai candidati proaborto e con idee contrastanti con la difesa della vita e della famiglia.
E così è stato: niente vittoria, anche se per un soffio, per la Bonino. Prima di questo risultato
delle urne, prova concreta della "risposta" del mondo cattolico si può leggere anche nell’iniziativa messa in campo dal Forum, delle associazioni familiari, che raccoglie circa una cinquantina di associazioni e
movimenti cattolici. Il Forum aveva chiesto ai candidati alle Regionali di sottoscrivere un manifesto per l’impegno a sostenere politiche familiari nei consigli e nei governi regionali. Hanno aderito oltre 400 candidati in corsa nelle Regionali.

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