Dagli Appennini alle Ande con profitto

Dalla Rassegna stampa

La Cina che sorpasserà gli Stati Uniti, l’Asia come la nuova Mecca degli esportatori di beni di consumo. Gli occhi - e le speranze - delle aziende sono tutti puntati a Est. Peccato che, intanto, a Ovest si perdano di vista occasioni promettenti. In America Latina, per esempio, c’è una classe media che avanza rapidamente, che è stata meno colpita dalla crisi e che ha fame di hi-tech, di crociere, di auto e di vestiti made in Italy. Negli stessi giorni in cui Pechino vede lo spettro dell’inflazione negli occhi dei suoi uomini della strada, Brasilia registra un tasso di disoccupazione da record: solo il 5,7%. E la sua economia non è stata mai così in corsa dal 1985 in avanti. La locomotiva brasiliana non deve far perdere di vista il resto del continente sudamericano. In Uruguay, per esempio, la middle class è già il 56% della popolazione: in Italia è il 65%. In Messico spende 715 miliardi di dollari all’anno: una cifra vicina ai nostri 740 miliardi. Non è più il tempo di trascurare questi mercati. Dove, peraltro, le nostre imprese vantano una presenza storica e si avvantaggiano della vicinanza linguistica e culturale. Il Sudamerica ha diritto, se non alla pole position, a un buon piazzamento nelle strategie di internazionalizzazione.

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