Dagli al «medico devoto impalatore»

Dalla Rassegna stampa

«Grazie al senatore Calabrò (…) stiamo ripiombando a prima che il Granduca di Toscana abolisse tortura e pena di morte».
Federico Orlando, «Europa», 8 marzo.
Per fortuna possiamo contare sulla pacatezza e sul distacco dei laici liberali come Orlando, alieno ad ogni estremismo, né fascista né comunista, né cattolico né protestante, né musulmano né ebreo, insomma un pensatore consapevole - per anni a fianco di un maestro del calibro di Indro Montanelli - che la lingua è un'arma affilata, capace di ferire, inasprire e aizzare gli animi, ma anche placarli dando un contributo al dialogo. Altri esempi di tollerante comprensione, di rispetto verso tutti, tratti da Europa di ieri: «Se dovessi trovarmi nella condizione che tanto sollazza i fautori del sondino», «la legge Calabrò (...) è stata concepita con l'intenzione di ultraclericali, postfascisti, transfughi radicali e liberisti...», «persone (... ) impalate e martirizzate con sondini e tubi di stato, da preti e medici devoti». Grazie, Orlando, grazie!

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