"Da Ratzinger nuove iniziative". Pedofilia, Bertone annuncia la svolta

«Denunce alle autorità civili da parte dei vescovi». «Riduzione allo stato laicale su diretta decisione del Papa, senza processi, senza appelli e senza possibilità di revoche». «Abolizione della prescrizione». «Obbligo per i vescovi di salvaguardare i bambini isolando tempestivamente i chierici sospettati, anche in attesa di chiarimenti». Ecco - in sostanza - l’atteso giro di vite concepito dal Vaticano per far fronte al dilagare dello scandalo della pedofilia nel clero. Lo hanno annunciato ieri le autorità pontificie presentando le Linee guida per contrastare gli abusi sessuali su minori nella Chiesa. Il documento - due pagine scritte in inglese pubblicate sul sito on line vaticano - contiene in sintesi parte delle norme varate riservatamente nel 2001 nell’Istruzione «DelictaGraviora». I delitti più gravi - voluta dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto dell’ex Sant’Uffizio, e firmata da Giovanni Paolo II. In quel testo la Santa Sede assunse, tra l’altro, la diretta competenza sui reati di pedofilia e di abusi sessuali tra i chierici, sottraendoli al controllo giuridico e repressivo dei soli vescovi locali. Ma rispetto al 20011 le Linee guida presentate ieri hanno due importanti novità proprio in materia di repressione. Per la prima volte viene sancito che i vescovi devono denunciare alle autorità civili i preti colpevoli e che la loro riduzione allo stato laicale può essere decisa su diretto intervento del Papa «anche senza un regolare processo e con un pronunciamento inappellabile». «Presto ci saranno altre sorprese per stroncare delitti tanto abominevoli. Le sta preparando il Santo Padre», ha annunciato ieri il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone da
Santiago del Cile. Ma «mi auguro che facciano altrettanto anche altre istituzioni e religioni non cattoliche», ha aggiunto il porporato, escludendo che «la pedofilia sia collegabile al celibato sacerdotale, caso mai questo tipo di patologie sessuali sono da mettere in relazione alla omosessualità».
Le Linee guida sono divise in tre parti. Nella prima («Procedure preliminari»), si stabilisce che è compito dei vescovi indagare su «ogni accusa di abusi sessuali su minori da parte di un sacerdote». «Se l’accusa appare verosimile, il caso – puntualizza il testo – va riferito alla Congregazione per la dottrina della fede» con «tutte le informazioni necessarie» da parte del vescovo, che è obbligato anche a rendere note «procedure e misure» adottate per isolare i preti accusati e «per salvaguardare la comunità, incluse le vittime». Nella seconda parte si descrivono le procedure. Preso in esame il caso, l’ex Sant’Uffizio può autorizzare il vescovo locale a un processo penale di fronte al tribunale diocesano o anche un processo amministrativo penale di fronte a un delegato del vescovo affiancato da due assistenti. I casi «più gravi» vanno sottoposti al giudizio «inappellabile» del Pontefice «per il bene della Chiesa». Il prete chiamato a «rispondere delle accuse» può fare ricorso all’ex Sant’Uffizio nel caso di condanne a suo carico. Il giudizio finale, prescrive la Guida, «è della Congregazione». In caso di condanna - e siamo alla terza parte della Guida- sono previste una serie «di pene canoniche (richiamo, ammonimento, obbligo del silenzio, divieto di celebrazione in pubblico), la più grave delle quali è la riduzione allo stato laicale».
Sullo scandalo della pedofilia, intanto, la presidenza della Cei in una nota invita la Chiesa italiana al «dovere della purificazione» pregando, in particolare, per le vittime di abusi sessuali e per quanti, in ogni parte del mondo, si sono macchiati di tali odiosi crimini». La Cei sollecita, inoltre, tutte le parrocchie ad «unirsi» simbolicamente intorno al Papa con «preghiere, veglie e recite di rosari» in occasione del quinto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI al pontificato, che ricorre il prossimo 19 aprile
Santiago del Cile. Ma «mi auguro che facciano altrettanto anche altre istituzioni e religioni non cattoliche», ha aggiunto il porporato, escludendo che «la pedofilia sia collegabile al celibato sacerdotale, caso mai questo tipo di patologie sessuali sono da mettere in relazione alla omosessualità».
Le Linee guida sono divise in tre parti. Nella prima («Procedure preliminari»), si stabilisce che è compito dei vescovi indagare su «ogni accusa di abusi sessuali su minori da parte di un sacerdote». «Se l’accusa appare verosimile, il caso – puntualizza il testo – va riferito alla Congregazione per la dottrina della fede» con «tutte le informazioni necessarie» da parte del vescovo, che è obbligato anche a rendere note «procedure e misure» adottate per isolare i preti accusati e «per salvaguardare la comunità, incluse le vittime». Nella seconda parte si descrivono le procedure. Preso in esame il caso, l’ex Sant’Uffizio può autorizzare il vescovo locale a un processo penale di fronte al tribunale diocesano o anche un processo amministrativo penale di fronte a un delegato del vescovo affiancato da due assistenti. I casi «più gravi» vanno sottoposti al giudizio «inappellabile» del Pontefice «per il bene della Chiesa». Il prete chiamato a «rispondere delle accuse» può fare ricorso all’ex Sant’Uffizio nel caso di condanne a suo carico. Il giudizio finale, prescrive la Guida, «è della Congregazione». In caso di condanna - e siamo alla terza parte della Guida- sono previste una serie «di pene canoniche (richiamo, ammonimento, obbligo del silenzio, divieto di celebrazione in pubblico), la più grave delle quali è la riduzione allo stato laicale».
Sullo scandalo della pedofilia, intanto, la presidenza della Cei in una nota invita la Chiesa italiana al «dovere della purificazione» pregando, in particolare, per le vittime di abusi sessuali e per quanti, in ogni parte del mondo, si sono macchiati di tali odiosi crimini». La Cei sollecita, inoltre, tutte le parrocchie ad «unirsi» simbolicamente intorno al Papa con «preghiere, veglie e recite di rosari» in occasione del quinto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI al pontificato, che ricorre il prossimo 19 aprile
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