Da Comuni e Regioni stangata sull'auto

Dalla Rassegna stampa

Le casse delle amministrazioni locali piangono e sui cittadini arriva la stangata auto. La Banca d’Italia lo racconta nella sua relazione annuale dove, in un capitolo specifico, si analizzano le entrate di Regioni, Province e Comuni. Risultato: se da Roma non arrivano più soldi, è soprattutto alle quattro ruote che le amministrazioni locali guardano per rimpolpare le proprie finanze.

Nel corso del 2011, grazie alle tasse sulle auto, gli enti hanno incassato quasi 9 miliardi di euro. Il bollo auto, di competenza regionale, è aumentato del 14,9% (6,4 miliardi di euro), mentre l’imposta sull’Rc auto (stabilita dalle Province) è cresciuta del 17,5% (per altri 2,3 miliardi).

D’altra parte, il prelievo sull’auto sembra l’unico atto a garantire una certa solidità. Lo sanno bene le compagnie assicurative, da sempre barometro del settore. Se si guarda all’andamento della loro raccolta nei primi tre mesi dell’anno si nota che crolla il ramo vita (-21%) e cala anche il portafoglio danni (-1,2%), ma l’Rc auto regge. Anzi, va in controtendenza. Dopo quelli che l’Isvap aveva chiamato «sensibili aumenti tariffari», il ramo aveva fatto segnare un deciso +4,7% nel 2011. Dato confermato nel primo trimestre 2012: +1%, raccolta di 4,4 miliardi di euro. Dato tutt’altro che insignificante.

Non stupisce, dunque, che anche le amministrazioni locali abbiano gettato le loro reti in questa direzione. È vero, secondo Bankitalia, le amministrazioni locali hanno meno debiti (l’indebitamento netto è sceso a 3,9 miliardi) e le entrate tributarie sono aumentate di 100,7 miliardi (+4,9%), ma i minori trasferimenti statali hanno ridotto al lumicino gli investimenti. La spesa in conto capitale, escludendo la vendita di immobili, è calata del 12,3%. E se si guarda ai Comuni, la cui spesa rappresenta la metà degli investimenti delle amministrazioni locali (e il 40% di quelle pubbliche), il dato è ancora più allarmante: dal 2004 al 2010, il calo è stato del 25%. Dove recuperare altre risorse?

La strada dei contratti derivati offerti dalle banche è ormai un vicolo cieco. Il divieto sull’uso di questi strumenti finanziari, in vigore dal giugno 2008, da tre anni fa registrare una continua contrazione delle operazioni in atto da parte delle amministrazioni locali (nel 2011 ne restavano 214 contro le 233 del 2010). In compenso ne è aumentato il pericolo. Sempre secondo Palazzo Koch. il «valore di mercato negativo delle operazioni in essere» (che indica quanto dovrebbe essere versato dagli enti nel caso le operazioni venissero chiuse in anticipo) è salito a 1,2 miliardi di euro. In precedenza il dato era stabile sul miliardo.

Le amministrazioni locali, così, aumentano le tasse. Le risorse tributarie delle Regioni (76,9 miliardi) sono cresciute del 4,6%. Obiettivo raggiunto grazie all’aumento dell’Irap (+3,2%) e dell’Irpef (+3,9%), ma soprattutto - come detto del bollo auto. Stessa cosa per le Province (risorse a 4,7 miliardi, aumentate dell’11,2%) che hanno aumentato l’imposta sull’Rc auto ma anche quella sulla trascrizione (+7,9%). Infine i Comuni, il cui gettito di 17,9 miliardi è aumentato del 6,5% grazie soprattutto all’introduzione dell’imposta di soggiorno che ha fatto da contraltare alla sostanziale stabilità dell’Ici (9,6 miliardi) e alla riduzione dell’addizionale Irpef (-4,6%). Non solo dall’Imu, ormai, i cittadini si devono guardare.

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