Da chirurgo a politico distruggerà emergency

Oscura partita
Collateral damages: danni collaterali, cioè lo strazio delle vittime civili: questa è la specialità del dottor Strada e della sua Emergency. Complici dei guerriglieri? Pure questa tesi appare fragile, poco credibile e finalizzata ad altri scopi (quelli di espellere Emergency dal Paese) in una terra dove, come racconta il bravo reporter indipendente Fausto Biloslavo, anche per i militari dell’Isaf, la coalizione della Nato, è indispensabile scendere a patti coi talebani. Del resto, lo stesso governo italiano è stato qualche tempo fa accusato dagli inglesi di avere canali segreti con i combattenti di Al Qaeda, grazie ai quali trattò il rilascio di diversi ostaggi rapiti in Iraq e Afghanistan.
Come il giornalista Daniele Mastrogiacomo per la cui liberazione Gino Strada si spese forse più del necessario, fino a porre inaccettabili condizioni alla Farnesina e al governo di Kabul. Il sospetto è che dietro l’arresto dei tre volontari di Emergency si stia giocando un’intricata quanto oscura partita tra servizi del nostro governo, Kabul e l’intelligence inglese e americana, con sospetti mai sopiti e desideri di rivalsa su un’organizzazione che al prezioso lavoro umanitario ha tuttavia sempre mischiato la denuncia politica e la scelta di stare sempre con una sola delle parti in conflitto. Questa è obiettivamente la colpa di Emergency, responsabilità che ricade tutta sul suo fondatore Gino Strada il quale non ha mai risparmiato alla coalizione militare le accuse più infamanti. Chirurgo e agit prop, Strada pur non disdegnando aiuti e denaro dal governo e dalle pubbliche istituzioni, non perde occasione per attaccare le missioni di pace italiane accusate di inesistenti violenze e illecita occupazione. Così il dottore finisce per comportarsi da fiancheggiatore ideologico di terroristi in nome di una discutibile morale double-face.
La condanna della sporca guerra delle multinazionali del petrolio, ad esempio, non impedisce a Emergency di accettare pingui finanziamenti da parte uno dei maggiori società petrolifere italiane: il gruppo Moratti, grande sponsor del chirurgo. Anche sul dramma dei volontari arrestati, Gino Strada ripete lo stesso errore di presunzione politica e falso ideologico quando indica in Kamid Kharzai e nei Paesi occidentali che lo sostengono responsabili e mandanti. Schierando così pesantemente tutta l’organizzazione ed esponendola a rappresaglie e gravi rischi. Emergency dovrebbe essere protetta innanzitutto proprio dal suo fondatore e dai suoi incauti j’accuse a senso unico.
Volontari silenziosi
Oggi la solidarietà internazionale fiorisce in luoghi e con i mezzi più impensati: uno di questi sono certamente i bisturi di Emergency. Ma non solo. Dalle macerie Haiti ai medici dell’Uganda, dalle favelas del Brasile alle scuole per gli ex bimbi soldato del Rwanda: sono decine le organizzazioni italiane che lavorano per restituire futuro e speranza a chi non ne ha più. Ospedali, ambulatori, migliaia di interventi chirurgici, decine di migliaia di pazienti assistiti e strappati alla morte. Volontari che arrivano quando tutti scappano, quando la guerra uccide nella sua lucida follia o la natura rovescia la sua violenza. Giovani e famiglie dediti alla gratuità, senza il clamore dei giusti e la pretesa di salvare il mondo. In quei luoghi dimenticati costruiscono l’umanità possibile del futuro, nell’intimità con l’umano offeso, sorreggendone il lancinante bisogno di felicità. E non chiedono di essere considerati i migliori. Come invece pretende troppe volte Gino Strada.
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