Da Atene un grazie all'Italia che critica Berlino: dubbi costosi

Un grazie all’Italia, che intanto continua a "lavorare" e pungola Berlino. Il giorno dopo il via al soccorso, è quello dei ringraziamenti: che da Atene dal presidente del consiglio greco George Papandreou arrivano con una telefonata al suo omologo italiano Silvio Berlusconi. Grazie, Roma - è il messaggio, - «prima in Europa a sostenere un intervento» per salvare la Grecia. E Roma, intanto, non risparmia alcune critiche alla Germania, "colpevole" di aver ritardato la decisione sugli aiuti, facendo così levitare da 50 a 110 miliardi la somma necessaria per soccorrere Atene. Lo hanno rimarcato il sottosegretario alla presidenza
del Consiglio Gianni Letta e i ministri degli Esteri Franco Frattini e delle Politiche europee Andrea Ronchi, durante una giornata di studio sui rapporti tra Italia e Ue. Il cui tema è divenuto inevitabilmente il caso Grecia. Gli aiuti sono arrivati con grave ritardo perché - ha detto Letta - non tutti i paesi hanno capito che si trattava di «salvare l’euro» e non un partner in crisi. Così secondo il sottosegretario «la decisione è stata presa con grave ritardo. Di cui l’Italia non ha responsabilità».
Ma le critiche a Berlino arrivano anche da Frattini e Ronchi. «L’Italia - dice il titolare della Farnesina - è stata tra i primi Paesi a sostenere che era necessario intervenire subito: abbiamo rispettato la prudenza dì un grande paese come la Germania, le abbiamo dato tempo per riflettere, ma in questo periodo i danni sono aumentati, gli speculatori internazionali hanno lavorato e da una debolezza iniziale si è passati a una vera e propria situazione di insostenibilità». E l’entità degli aiuti è più che raddoppiata: «Si parlava di 50 miliardi, solo dieci giorni dopo abbiamo deciso per 110». Rincara la dose Ronchi che chiede se sia più corretto chiamare «riflessione o egoismo» il ritardo tedesco. «Troppo spesso ha sottolineato - gli egoismi dell’Europa fanno perdere tempo prezioso. E questo è accaduto con la crisi greca, ma anche sul tema dell’immigrazione». Quanto al problema di un eventuale intervento delle banche italiane pro Atene, «questa - ha concluso Frattini - è una decisione che valuteranno Tremonti. e Berlusconi». E proprio Giulio Tremonti è tornato ieri sul tema delle regole da rifissare per evitare nuove crisi globali. Deve scriverle «la politica, i governi e non la tecnocrazia», ha ribadito il ministro dell’Economia, ricordando come oggi l’Ocse alla ministeriale di cui l’Italia ha la presidenza «presenterà un primo documento» sui cosiddetti "global legai standard". «E’ un’utopia scrivere le tavole del diritto globale ha detto Tremonti - ma l’Ocse presenterà un primo nucleo di quelle che abbiamo iniziato a progettare».
© 2010 Il Messaggero. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments