Cucchi, denuncia alla Camera: "lasciato morire in ospedale"

Dalla Rassegna stampa

«È stato un caso di  abbandono terapeutico: Stefano  Cucchi in ospedale è stato  lasciato morire». Dopo un mese  di polemiche a testa bassa,  sembra affacciarsi una nuova  consapevolezza sulla fine del  piccolo spacciatore deceduto  nel reparto detenuti del "Sandro  Pertini". Parlamentari di  maggioranza e di opposizione,  presente Ilaria Cucchi, sorella  di Stefano, hanno denunciato  ieri alla Camera che «in ospedale  lo stato di salute di Cucchi fu  sottovalutato perché non lo si  ritenne in pericolo di vita». Un  deputato e un senatore hanno  addirittura ipotizzato che il geometra  di Tor Pignattara, tossicodipendente,  «sia morto  un’ora prima di quanto riferito   nel referto e senza avere attorno  medici rianimatori».  Il comitato "Verità per Stefano  Cucchi", formato da cinque  parlamentari  del Pdl e  del Pd, ha convocato  un incontro  con la  stampa a poco  più di un  mese dalla  morte del detenuto  dopo  aver visitato  il reparto del  "Pertini". Tre  medici dell’ospedale,  il  dottor Aldo  Fierro, direttore  di Medicina  Protetta,  e le colleghe Rosita Caponetti e  Stefania Corbi, sono sotto inchiesta  per omicidio colposo.  Cucchi, che al momento del  ricovero pesava circa quarantadue  chili, alla morte era arrivato  a trentasette. «C’è stata - ha  detto Luigi Manconi, del Pd,  coordinatore del comitato una  profonda sottovalutazione  del suo stato fisico».  Ilaria Cucchi, sorella della  vittima, sempre convinta dell’ipotesi  pestaggio, ha ricordato   che la famiglia aveva «sottolineato  fin da subitole responsabilità  dei medici». «Ma bisogna  dire - ha ricordato - che se  Stefano non avesse avuto lesioni,  al Pertini non ci sarebbe  proprio arrivato». Tre agenti  della Polizia Penitenziaria, va  ricordato, sono sotto inchiesta  per omicidio preterintenzionale.  Giorni fa un detenuto, uno  spacciatore del Gambia, ha detto,  durante un incidente probatorio.  di «non aver visto il pestaggio»  ma di «aver udito» nei  locali delle celle di sicurezza del  Tribunale «urla e rumori che  facevano pensare a qualcuno  che veniva preso a calci»,  Cucchi, al ricovero al "Pertini",  aveva una frattura a una  vertebra lombare, una lesione  all’osso sacro e vaste aree ecchimotiche  sotto gli occhi. L’autopsia,  in attesa dei nuovi esami  disposti dopo la riesumazione  del cadavere (i risultati tra una  decina di giorni), hanno escluso  i traumi siano la causa del  decesso. Christian Pietrucci, gestore  della "Freestyle", la palestra  dove il piccolo spacciatore  praticava kick-boxing, ha aggiunto  giorni fa di aver «notato  da sempre le vaste aree rossa-  stre sotto gli occhi di Cucchi e  di averne parlato, chiedendo  spiegazioni, al medico di base»  della vittima.  Il giallo però resta, Tra l’altro  sono in corso altri accertamenti  su alcuni incidenti e ricoveri  accaduti a Cucchi poco  prima del fermo per droga.  Non è tuttavia azzardato pronosticare  che comunque ci saranno  due processi: uno contro i  medici, l’altro contro gli agenti  della Polizia Penitenziaria. Ma  la posizione di questi ultimi,  secondo voci che filtrano dalla  Procura, potrebbe cambiare. II  pubblico ministero, se i nuovi  esami confermeranno l’assenza  di traumi mortali, potrebbe  modificare l’accusa - derubricandola  - da omicidio preterintenzionale  a lesioni,  L’ipotesi di reato più grave,  a quel punto, diverrebbe quella  contro i sanitari. «La morte del  geometra - ha detto, a nome  del comitato. Melania Rizzoli,  parlamentare del Pdl - è stata  frutto di profonda trascuratezza  e sottovalutazione delle sue  condizioni». La radicale Rita  Bernardini, anche lei presente  all’incontro, «si è chiesta perché  tanti medici, nonostante  avessero riscontrato ecchimosi  e lesioni, non si siano rivolti  all’autorità giudiziaria».

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