Crisi libica, duello nel governo La Russa: "Un errore? Non credo"

Dalla Rassegna stampa

«È evidente che non si può sparare sui clandestini e su nessuno. Se ci fosse scappato il morto, sarebbe stata crisi diplomatica». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa interviene nella polemica politica scatenata dall'aggressione subita da un peschereccio mazarese da parte di una motovedetta italo-libica con sei finanzieri a bordo. La precisazione di La Russa s'è resa necessaria dopo la pubblicazione della relazione sull'accaduto del ministero dell'Interno. Da quel documento del Viminale emerge con chiarezza non solo che i libici non s'erano confusi (come sostenuto da Maroni all'indomani della sparatoria) e sapevano benissimo che avevano a che fare con un peschereccio italiano. Ma soprattutto che sarebbe possibile sparare contro i pescatori italiani. «Una volta che il comandante libico ha intercettato il peschereccio - si legge nella relazione firmata dal capo della Polizia, Manganelli, dal capo dell'Immigrazione, Ronconi, dal generale della Gdf Bruno Buratti - faceva preparare dal suo equipaggio le armi portati in dotazione secondo il loro consolidato modus operandi». E poi, dopo la procedura di alt, «i militari libici iniziavano a fare fuoco, con le citate armi portatili, prima in aria, poi in acqua e successivamente contro il peschereccio italiano, colpendolo in varie parti dello scafo». I proiettili hanno perforato una lamiera spessa 8 millimetri, e l'equipaggio s'è salvato dalle mitragliate impostando il pilota automatico e rifugiandosi in sala macchine.
Mentre la ricostruzione del Viminale (tre quarti d'ora di inseguimento), si scontra con la relazione resa dal comandante del peschereccio alla procura di Agrigento (almeno due ore di sparatorie e 4 di aggressione), divampa ancora la polemica politica. Al question time alla Camera s'è presentato - fra le proteste dell'opposizione che avevano chiesto la presenza di Frattini e di Maroni - il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, che ha definito l'aggressione «un fatto molto grave». E ha assicurato che «c'è il forte impegno affinché questi fatti non abbiano a rip etersi». Frasi che non hanno convinto l'opposizione. Matteo Mecacci, Pd: «Le affermazioni del ministro degli Esteri Frattini secondo cui "il comandante sapeva che stava pescando illegalmente" sembrano voler giustificare l'aggressione armata. Forse il peso della Lega fa intervenire il Governo a difesa dei truffatori delle quote latte, mentre i pescatori siciliani possono essere presi a mitragliate dai libici senza grande imbarazzo da parte del Governo».
Ad attaccare i Lumbard anche il deputato democratico Emanuele Fiano: «La Lega si decida: ieri il ministro Maroni giustificava l'attacco dei libici spiegando che la motovedetta era stata scambiata per una nave di clandestini. Oggi afferma, dalle pagine della Padania, che le scuse non bastano e che occorre rivedere le regole d'ingaggio». Antonio Di Pietro chiede invece «l'embargo economico e commerciale verso la Libia fino a quando il governo libico non si impegnerà a rispettare i trattati internazionali». «È importante ricordare - ha aggiunto il leader Idv- che il Mediterraneo non appartiene a Gheddafi anche se il dittatore in questo momento serie sta indebitamente appropriando».
 
Proteste del Pd alla Camera: difendono i truffatori delle quote latte, ma non i pescatori
ORE 19.10Secondo il verbale della dell'inchiesta del Viminale, alle 19.10 di domenica la nave libica Sabratha, con a bordo anche militari italiani, intercetta l'Ariete a 30 miglia da Abu Kammash
ORE 19.25 I libici aprono il fuoco "prima in aria, poi in acqua, quindi contro il peschereccio, colpendolo in varie parti dello scafo senza provocare feriti": ma l'Ariete prosegue la navigazione verso nord
ORE 20.00 Secondo il verbale, 35 minuti dopo aver aperto iI fuoco il comandante della nave libica (valutata l'impossibilità di bloccare la barca italiana) decide di interrompere l'azione in attesa di ordini
ORE 20.45 Il comandante libico riceve da terra l'ordine di rientrare nel porto di Zuwarah. A quel punto la Sabratha si trova più a nord dei primo contatto con il peschereccio italiano che intanto fa rotta verso l'Italia

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