La crisi è andata in vacanza

Dalla Rassegna stampa

Ma dov’è questa crisi? Se c’è non si vede che nelle statistiche la cui attendibilità è pari a zero. Basti pensare che secondo cifre ufficiali il cinquanta per cento degli italiani avrebbe un reddito annuo di 15mila euro lordi. Fosse vero ciascuno di noi, camminando per strada, dovrebbe continuamente scansare cadaveri di morti di fame. Invece altro che morti di fame. Lunedì pomeriggio, primo pomeriggio, per
rientrare a Milano da Bergamo sono stato due ore in coda sull’autostrada. Ed era solo l’anticipo di quello che sarebbe successo più tardi, l’avvisaglia di una bolgia infernale in cui si sono arrabattati i vacanzieri da Venezia al casello di Sesto San Giovanni.
La tivù ci ha fornito immagini terrificanti del cosiddetto fine ponte pasquale: un fiume in piena di automobili in barba all’aumento del prezzo dei carburanti. La vita costa di più? E chi se ne frega. C’è la crisi? Riguarda qualcun altro. Mai qualcun altro sono tanti, forse la maggioranza, visto che l’esodo e il controesodo quest’anno hanno battuto ogni record, almeno secondo i dati, mi auguro non fasulli, elaborati all’istante non so dirvi con quale metodo.
Mezza Italia a spasso e in sorpasso. Macchine di lusso in abbondanza. Macchine normali in sovrabbondanza. Utilitarie dappertutto, anche sulle corsie di emergenza. Tutta gente che (disperata per i morsi della fame?) ha chiuso casa e se n’è andata in montagna, al lago, al mare, in campagna o dove diavolo voleva andare. E i quattrini chi glieli ha dati se guadagna 15mila euro l’anno? Siccome i connazionali non mentono quando corrono in gita perché sono sgamati dalle telecamere, è segno che mentono quando compilano la denuncia dei redditi. Non esiste altra spiegazione. Altrimenti come
potrebbero pagarsi le rate del Suv, l’assicurazione, il bollo, i tagliandi, la benzina? E come potrebbero pagarsi l’albergo, il ristorante, le bibite, il caffè?
E ‘ un bel mistero il bilancio famigliare dei nostri compatrioti ufficialmente poveri in canna e di fatto in grado di campare da signori, ma così da signori che nessun altro popolo europeo riesce a tenergli testa quanto a stile di vita, spensieratezza, capacità di spendere. Mangiano e bevono e si ricreano meglio di tedeschi, olandesi, inglesi. Fanno miracoli o fanno dei furti?
Molti lettori penseranno che esagero. Mi dicano loro se un Paese in cui una persona su cento sulla carta - ha un reddito imponibile di 100mila euro l’anno (55mila in tasca dopo le tasse) potrebbe, se non fosse abitato  da furboni bugiardissimi, concedersi certi lussi registrati in questi e altri giorni: località sciistiche, tutto esaurito; pensioni e hotel eccetera nelle zone turistiche, pieno zeppo. Intasamenti dovunque. Lunedì sera per strappare un tavolo a Milano in un ristorante del centro ho dovuto fare la voce grossa.
Ho scritto sopra che la metà dei contribuenti denuncia 15mila euro l’anno. Aggiungo che i due terzi non denuncia oltre 20mila euro, s’intende sempre lordi. I conti non tornano. Guardatevi in giro e ditemi se ho torto. Pensate poi che l’80 per cento degli italiani possiede una casa di proprietà. Mi domando: con quelle entrate da barboni come ha fatto a permettersela? Non quadra niente. Dimenticavo: l’Italia è nota per il debito pubblico da sballo, ma anche per il risparmio privato senza eguali, per l’ammontare, nel mondo. E che dire dei capitali esportati di «sfroso» e rientrati (in parte, solo in parte) col condono o scudo: 95 miliardi? Indubbiamente il fisco è carnivoro e vorace. Ma chi non lo evade, quelli a reddito fisso? Nossignori, evadono anche loro (non tutti per carità). E lo fanno col doppio lavoro, con la pensione in chiaro e il lavoro in nero. Evadono (o eludono) i lavoratori autonomi con le loro imprese sottocapitalizzate. Nonostante ciò il sistema Italia funziona, a giudicare da quello che abbiamo sotto gli occhi. C’è la cassa integrazione. I consumi si sono diversificati. Aziende che chiudono e aziende che aprono. La sanità è gratis. L’età pensionabile è la più bassa d’Europa. I non meglio definiti lavori umili li schifiamo, importiamo milioni di prestatori d’opera. Nessuno impara più un mestiere. Eppure se lo Stato è povero - conviene ripeterlo – noi viviamo da ricchi. Al Nord e al Sud. Il motto è celebre: chiagne e fotte.

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