I crimini di guerra e i dittatori a spasso

La Corte penale internazionale dell'Aia ha spiccato ieri mandati d'arresto per il leader libico Muammar Gheddafi, il figlio Saif al-Islam e il capo dei servizi segreti Abdullah Senussi. L'accusa è di crimini contro l'umanità. I giudici dell'Aia hanno accolto la richiesta presentata un mese fa dalla procura che imputa ai tre massimi rappresentanti del regime la responsabilità dell'uccisione premeditata dei contestatori libici da quando è scoppiata la rivolta a metà febbraio nelle città di Tripoli, Bengasi e Misurata. Da ieri, dunque, il colonnello Gheddafi è ufficialmente ricercato e la missione Nato in Libia poggia anche su basi giuridicamente solide. Il diritto "sana" una situazione di fatto decisa dall'avanguardia dei Paesi dell'Occidente e accettata da gran parte della comunità internazionale. Come le decisioni della Corte dell'Aia che ha dichiarato criminale di guerra il presidente del Sudan, Omar al-Bashir, per genocidio e reati contro l'umanità. Eppure al-Bashir gira indisturbato per il mondo in visita ufficiale. La settimana scorsa in Cina, la prossima nel Sud Sudan dove presenzierà alla cerimonia di dichiarazione d'indipendenza dello Stato. Ma nessuno lo arresterà.
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