Cresce il partito dei fan di Monti Ma lui frena la lista: passerò la mano

Troppi strattonamenti, che rischiano di diventare mortali. E così Mario Monti torna a parlare del suo futuro spiegando al Forum della Coperazione: «Quando lasceremo ad altri il governo del Paese spero di lasciare un Paese un po' meno rassegnato e un po' più rasserenato». Sembra una brusca frenata rispetto alla disponibilità a un secondo incarico a Palazzo Chigi «in caso di necessità» manifestata l'altro giorno. In realtà il Prof, come spiegano i suoi collaboratori, non torna indietro rispetto a quanto detto a New York. Semplicemente, di fronte alle grandi manovre seguite alle sue dichirazioni, vuole evitare di essere tirato per la giacca. Né vuole essere "usato". Ciò non significa che rinunci a lanciare una sorta di manifesto per il futuro: «Non si separi chi è di destra da chi è di sinistra, ma chi paga le tasse dagli altri. Questo contribuirà a dare un senso di cittadinanza comune». Certo è che dopo le sue esternazioni americane, l'eccitazione tra quanti si intestano la sua agenda per farne il simbolo sotto cui aggregare i moderati italiani è salita alle stelle. C'è la lista civica lanciata da Fini e il sostegno incondizionato manifestato sin qui da Casini, che però ci tiene a precisare: «Noi ci assumiamo la responsabilità di proseguire il suo percorso e non ci trinceriamo dietro di lui». E poi ci sono le esternazioni Montezemolo, i filo-montiani che si muovono trasversalmente dentro Pd e Pdl.
Il partito del Prof cresce con il passare dei giorni. Lo stesso presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi chiede il voto ma sembra meno freddo rispetto al Monti bis: «Se ha la maggioranza ben venga, è una persona di alto livello». Non ha invece alcun dubbio l'ad della Fiat Marchionne, fan di Monti. Anche il numero uno della Brembo, Bombassei, si è espresso a favore. Pure i vescovi tifano Monti e ieri il presidente della Cei Bagnasco ha sottolineato: «Quando le situazioni sono così gravi, tutti devono fare la propria parte, in sinergia con gli altri». A favore dell'ex rettore c'è da tempo anche il leader della Cisl Bonanni, ma non il segretario della Cgil, Camusso. La politica si divide all'interno degli degli stessi schieramenti. Nel Pd sia i renziani che i bersaninani chiediono un leader legittimato dal voto, mentre Veltroni sottolinea che c'è bisogno di statisti, poco importa che siano politici o tecnici» e Fioroni che Monti è «punto di riferimento di una grande e vasta area moderata». Stessa aria tira nel Pdl. Per Cicchitto, «l'operazione Monti bis è virtuale». Dice sì alla lista Monti Pisanu. Formigoni irride invece agli esponenti del Terzo polo: «È una cosa strana che Monti, sostenuto da una maggioranza tripolare, accetti di identificarsi con uno dei poli, che tra l'altro è un polino». La radicale Bonino sintetizza la situazione politica così: «In giro c'è chi dice, votate noi e noi al governo mandiamo uno che non si è presentato, ma che è molto più capace, molto più credibile di noi».
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