Cota, ricorso bocciato E il Piemonte traballa

E il sogno di Umberto Bossi di vedere il Nord Italia colorato dal verde Sole delle Alpi, si allenta in una calda serata torinese di luglio. E pesante come un macigno la sentenza del Consiglio di Stato del capoluogo piemontese, che ha respinto ieri la richiesta di sospensiva presentata dal presidente della Lega Nord Roberto Cota. Il riconteggio elettorale di circa 15mila schede ci sarà e secondo i Radicali «potrebbe tradursi in una sonora batosta per il centrodestra piemontese». Al momento, la decisione dei giudici amministrativi riguarda solo l'esecuzione del dispositivo della decisione del Tar le cui motivazioni di merito devono ancora essere depositate e contro le quali i legali di Cota hanno già preannunciano un altro ricorso al Consiglio di Stato. Ma rispetto al 17 luglio, il rischio della caduta leghista si è fatto più consistente. Certo, come si legge nell'ordinanza, «non sussistono, allo stato attuale, gli estremi del danno grave e irreparabile asseritamente derivante dall'esecuzione del dispositivo», ma l'accoglimento dei ricorsi contro quattro liste in appoggio a Cota, mette in seria difficoltà quello scarto di vittoria di circa novemila voti. 114.980 voti ottenuti durante le elezioni regionali, infatti, vanno annullati e ricontati alla presenza delle parti. Per avere una decisione chiarificatrice bisognerà attendere il prossimo 7 ottobre, quando una nuova udienza stabilirà quale sarà il destino della giunta leghista. Si è molto discusso in questi mesi su quelli che potrebbero essere gli effetti dei ricorsi amministrativi, dal rischio di nuove elezioni fino all'assegnazione diretta a Mercedes Bresso. Su quest'ultima possibilità, secondo gli esperti, le chance sono comunque poche, ma al momento è l'ex presidente della regione a cantare vittoria. «Anche il Consiglio di Stato - osserva Bresso - ha respinto la modalità pretestuosa e strumentale di Cota nella vicenda sui ricorsi elettorali. Nessun complotto e dietrologia possibili, ma solo grande spregiudicatezza nel procedimento elettorale durante le ultime elezioni in Piemonte. Mi auguro - ha aggiunto - che si mettano tranquilli e attendano prima le motivazioni del Tar e poi il riconteggio delle schede annullando le due liste illegittime». E poi: «A questo punto - conclude l'esponente del Pd - dopo la mobilitazione di ministri, dello stesso premier Berlusconi e agitato le fiaccole, spero che rientrino in una visione compiuta della democrazia». Dall'altro lato del fiume, Cota continua a mostrare una certa fiducia e punta sullo spreco di denaro pubblico che ne deriverà dal riconteggio. «Da giorni - spiegava ieri l'ex capogruppo alla Camera dei deputati del Carroccio - non mi occupo più della vicenda dei ricorsi, da quando ho letto con precisione la legge in materia che è chiarissima, e che stabilisce che il voto dato ad una lista ha un valore doppio, vale cioè perla lista e per il presidente. Siamo sereni, andremo avanti perché abbiamo assolutamente ragione». Ma il radicale Silvio Viale, dell'associazione Radicale Aglietta di Torino prevede nubi all'orizzonte. «La figuraccia è nell'aria - dichiara Viale - e potrebbe tradursi in una sonora batosta per il centrodestra piemontese. Il caso Scanderebech è solo un aperitivo in attesa del ben più robusto caso Giovine». Potrebbe rivelarsi infatti decisiva l'indagine penale svolta dalla Procura di Torino nei confronti della Lista Pensionati per Cota di Michele Giovine, indagato mesi fa per firme false. Se ne saprà di più il prossimo 18 novembre, con il rischio che poco più di ventisettemila voti a rischio annullamento. «Mettere Cota sulla panchina di ministro - ironizza Viale - in attesa del secondo round elettorale potrebbe risultare una buona mossa e lasciare il centrosinistra con il cerino in mano». D'altra parte, aggiunge il radicale «scommettere fino all'ultimo sulla buona fede di un Cota truffato ingenuamente dalla banda bassotti rischia di fargli fare la figura del "pirla", detto in milanese perché Silvio possa capire bene. Del resto Cota, per come sta trattando la Fiat, potrebbe anche rivelarsi il ministro giusto per lo sviluppo economico e le attività produttive». I legali di Cota preannunciano comunque nuovi ricorsi contro la decisione del Tar che saranno presentati all'indomani del deposito delle motivazioni. E nella Lega Nord c'è chi già avverte che Bossi è già pronto a imbracciare i fucili.
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