Costituente liberale per andare "oltre"

Dalla Rassegna stampa

Si può essere d'accordo o si può dissentire. Quello che non si può fare è fingere che la proposta non ci sia. Da molto tempo, infatti, mi è capitato di lanciare e di ribadire l'idea di una costituente liberale e democratica che vada oltre i vecchi schemi di centro, di destra e di sinistra. Per andare oltre la partitocrazia, infatti, è necessario essere altro. Perché le varie posizioni dominanti all'interno del Palazzo sono connotate da un'unità d'intenti illiberali, spartitori, verticisti.

La coalizione partitocratica è una e una soltanto. Ad oggi, di conseguenza, non c'è alternativa di governo, ma soltanto alternanza di potere, perché quello che manca è un terreno "altro" capace di accogliere tutte le forze liberali e democratiche alternative a questo sistema anti-democratico.

Il Terzo polo di Casini, in questo senso, appare come l'ennesima invenzione dell'ancien règime per continuare a sopravvivere ai propri fallimenti.

Dunque, anche lì, niente di nuovo. Intanto, in questo quadro assai desolante, il Comitato di Radicali italiani, riunitosi nei primi tre giorni di luglio, ha lanciato la campagna "Lasci o raddoppi?", con l'obiettivo per ciascun iscritto di trovare, non oltre la fine del mese, almeno un'altra persona che aderisca al movimento. Una iniziativa da cogliere «quale premessa per superare quell'illegittimo impedimento rappresentato dall'impossibilità di rivolgerci agli italiani per far conoscere le nostre campagne e raccogliere l'autofinanziamento necessario a condurle». È qui che vorrei si inserisse anche l'idea, inizialmente lanciata pressoché in solitudine, di una "costituente liberale e democratica" come alternativa al blocco unico del potere partitocratico. È stata posta, più volte, la questione sul tavolo del dibattito interno ai Radicali. Qualcosa si muove, ma insisto e lo ripeto ancora: la costituente liberal-democratica è un altro terreno politico, è un altro campo rispetto a quello trasversale del Regime partitocratico. È un campo aperto.

Ora, nello specifico, si può dissentire, si può contraddire, si può aggiungere o togliere un concetto, si possono formulare altre analisi e valutazioni, ma non si può continuare ad evitare il dibattito sottraendosi all'idea.

Non si può evitare la prospettiva politica riformatrice né, tantomeno, evitare il dialogo. Si trattasse pure di una proposta sciocca, ingenua o malsana. «tunica garanzia di salvezza contro l'errore, contro il disastro, è la discussione». È quanto riteneva e affermava Luigi Einaudi, ormai parecchi decenni fa. È quello che vorrei: una discussione.

Del resto, ancora oggi, quel monito einaudiano vale come indispensabile premessa liberale a qualunque processo democratico. Infatti, senza un dibattito aperto e conosciuto, senza un contraddittorio leale e sincero, senza un dialogo che tenga sempre conto dell'altro e delle idee in campo, non vi può essere democrazia. E un principio liberale. Forse, è soprattutto questa l'idea di libertà e di democrazia a cui fa riferimento Marco Pannella quando descrive l'Italia come una "democrazia reale", cioè facendola coincidere con la non-democrazia o, ancora peggio, con l'antidemocrazia. Discutiamone. Mi rivolgo in particolar modo ai compagni Radicali: che cosa ne pensate, dopo tanto che lo vado ripetendo, della mia idea di una costituente liberale?

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