I costi della ricerca e quelli dell'etica

Nel vuoto, quando non nella contraddittorietà, di 27 legislazioni nazionali, la Corte di giustizia europea dovrà occuparsi a breve di dare una definizione di embrione umano e di relativa tutela giuridica. Ieri la necessità di arrivare a una soluzione comune è stata sollecitata dall'avvocato generale Yves Bot che, dovendo esprimere un parere sulla brevettabilità della ricerca in materia di cura del Parkinson attraverso le staminali (che un tedesco aveva brevettato nel'97, oggi contestato dall'associazione Greenpeace e V), si è trovato a dover affrontare il problema ben più a monte. Quando inizia la vita, o meglio, quando "inizia" il corpo umano? Anche in Europa, quindi, i giudici si prendono - o devono prendersi - spazi che il legislatore non vuole o non riesce a occupare. Sullo sfondo resta il tema della ricerca scientifica, che è e deve restare libera in liberi stati (concede anche l'avvocato generale della Ue). Ricerca che ha i suoi costi, e produce applicazioni terapeutiche appunto attraverso la brevettabilità delle scoperte. Su questi temi la questione dei limiti - tra etica e progresso delle cure - è molto delicata. Ma è evidente che oggi più che mai servono regole chiare, condivise e uniformi non solo in Europa, ma globali.
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