Costi della politica dopo lo scandalo: le proposte degli aspiranti governatori

Dalla Rassegna stampa

Lo scandalo Fiorito e Maruccio ha lasciato i suoi segni. Pur essendo stata quella una deriva criminale (o presunta tale) è chiaro che il tema dei soldi alla politica sia pesantemente al centro della competizione regionale. Al di là delle ruberie e dell’utilizzo scorretto dei soldi pubblici, uno degli elementi più discussi è stato l’aumento esponenziale dei fondi ai gruppi regionali. La priorità di tutti, quindi, è diventata la trasparenza nella gestione delle risorse e i costi della politica si trovano alle prime pagine dei programmi dei candidati. Quello che è certo è che il prossimo governatore dovrà fare una norma per stabilire (o abolire?) i fondi ai gruppi. Altro nodo da sciogliere saranno le commissioni, aumentate e poi drasticamente tagliate nell’era Polverini. Un’altra domanda troverà presto una risposta: la nuova giunta sarà composta da esterni, come è in gran parte quella uscente o da consiglieri regionali? Ma i costi della politica non sono solo quelli del consiglio. Un tema sul quale, secondo molti, bisogna intervenire è la gestione delle aziende pubbliche della Regione, I costi della politica sono al centro di tutti i programmi, a cominciare ovviamente da chi ne ha fatto una bandiera, come il Movimento 5 stelle che fa di questo tema il vessillo principale della propria battaglia politica. «La nostra prima legge sarà quella sulla trasparenza», spiega in ogni occasione Nicola Zingaretti, candidato del centrosinistra, per poi aggiungere «tutte le spese della politica devono essere rese pubbliche con fatture motivate e nominali». Francesco Storace, aspirante governatore del centrodestra, punta sull’abolizione delle auto blu: «Diventeranno auto di servizio per accompagnare le persone più disagiate a parlare con il Presidente della Regione». Secondo Giulia Bongiorno, candidata centrista, per prevenire condotte illecite bisogna cambiare «il modello organizzativo di gestione della Regione». L’idea di Sandro Ruotolo (Rivoluzione civile): «Tetto massimo di 3.000 euro di stipendio per consiglieri e assessori regionali del Lazio».

 

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