I costi della politica

Il Consiglio regionale del Piemonte, secondo solo a quelli delle Marche e della Toscana, pubblica sul sito Internet i vitalizi dei consiglieri regionali cessati dal mandato: un altro passo verso la trasparenza, l’ultimo compiuto da questa legislatura, insieme alla riduzione dei costi della politica.
Operazione trasparenza
Come abbiamo premesso, il discorso riguarda i consiglieri «scaduti»: 184 soggetti, protagonisti di una o più legislature in quota a forze politiche presenti e passate, titolari di un vitalizio, cioè di un pensione, che costa alle casse del Consiglio 8 milioni l’anno.
Fino a 7 mila euro al mese
Parliamo di importi variabili da un migliaio di euro a punte di oltre 7 mila, con una media di 4-5 mila euro. Cifre lorde, incassate ogni mese sulla base dei contributi versati e ottenute al raggiungimento dei 65 anni (prima del 2005 ne bastavano addirittura 60).
Soliti noti
Molti i nomi noti, come quelli di Enzo Ghigo e Antonio Saitta. Ancora di più quelli dimenticati o semi-dimenticati. In qualche caso, stante la prematura scomparsa dei beneficiari, i vitalizi sono girati a familiari o parenti. Tra gli importi più alti, oltre 7.500 euro al mese, quello dell’ex assessore delle giunte Ghigo Pier Lugi Gallarini e di Giuseppe Chiezzi, con un passato nel Pci, in Rifondazione e poi nei Comunisti Italiani. E ancora: l’ex socialista Giancarlo Tapparo (7.162), l’ex assessore e consigliera Pdl di Asti Mariangela Cotto (6.963 euro), l’attuale capo dell’Uncem Lido Riba (6.963). Compaiono anche i nomi dell’inossidabile Deodato Scanderebech (6.545) e di Rolando Picchioni, presidente della Fondazione per il Libro e patron del Salone (5.471).
Pensioni d’oro
Somme che in tempi di austerity fanno storcere il naso a quanti le giudicano eccessive. A maggior ragione, nel caso di chi, tra gli ex-consiglieri, cumula più vitalizi e indennità collezionate in lunghe carriere dentro e fuori la Regione: parlamentari, presidenti di altri enti pubblici, incarichi nei consigli di amministrazione di società private. Quanto basta per garantire pensioni che, anche restando nel perimetro del Consiglio regionale, sovente superano l’indennità mensile dei consiglieri in carica (6.600 euro lordi).
Le reazioni
Da qui le prime reazioni. Se Davide Bono, candidato governatore del M5S, ventila un «contributo di solidarietà» sui vitalizi acquisiti, Igor Boni, il «competitor» dei Radicali, non esclude l’inserimento di tetti massimi. Prudente Valerio Cattaneo, presidente del Consiglio: «I vitalizi e le indennità sono regolati da leggi regionali, ma le Regioni stanno valutando una norma per cui chi percepisce il vitalizio non può superare le indennità di carica dei consiglieri in funzione. In questa legislatura abbiamo già fatto molto, è giusto che qualche nodo da sciogliere resti alla prossima».
Nuove regole
Il riferimento è ai consiglieri della legislatura uscente, che la modifica delle regole ha posto di fronte a un bivio: una volta cessato il mandato potranno decidere di chiedere la restituzione dei contributi versati in questi anni, 1.320 euro netti al mese, o lasciarli in capo alla Regione, riscuotendo il vitalizio al compimento dei 65 anni d’età. Dalla prossima legislatura il problema non si porrà più: i vitalizi sono stati aboliti sulla base del decreto legge 174 promulgato dal Governo Monti.
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