Cosentino salvo al primo esame

E’ andata come era previsto che andasse: la giunta per l’autorizzazione a procedere di Montecitorio ha bocciato il via libera all’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino: 11 voti contrari (con la maggioranza ha votato anche un deputato dell’Udc), 6 a favore (con il Pd, l’altro esponente dell’Udc), un astenuto (il radicale eletto nelle liste del Pd). Palazzo Madama, ha respinto le mozioni del Pd e di Idv che chiedevano al governo di cacciare il sottosegretario: su 283 votanti, 116 sì (con il Pd anche l’Udc), 165 no, 2 astenuti (la pattuglia radicale).
La mozione di Idv che, a differenza di quella del Pd che «invitava il sottosegretario a dimettersi» chiedeva al governo di «revocare» la nomina a sottosegretario di Cosentino, ha raccolto soltanto 95 voti su 282 presenti in Aula (170 i no, 17 gli astenuti).
Anche la pattuglia finiana ha votato come il Pdl, Lega e Mpa. Ma, fanno sapere i suoi esponenti, «quando la Camera si pronuncerà sulla mozione di sfiducia nei confronti di Cosentino, potremmo votare diversamente...».
Non è che i finiani si sono tirati indietro: sin dal primo momento avevano escluso di votare per il suo arresto, sollevando invece il tema della «opportunità» che Cosentino fosse il candidato alla presidenza della Regione Campania, che guidasse il Pdl a livello regionale e che restasse al governo, lasciando però a palazzo Chigi la decisione finale. Anzi, da questo punto di vista, la novità che arriva dai finiani è l’annuncio che quando si voterà alla Camera per le dimissioni di Cosentino loro potrebbero distinguersi dalla maggioranza del Pdl.
Il caso Cosentino si sta trasformando in una chiamata alle armi. Al Senato, il vicepresidente del gruppo Pdl, Gaetano Quagliariello, è stato esplicito: «Non ci nascondiamo dietro un dito: se consentiamo che sia Gaetano Vassallo (l’imprenditore dei Casalesi pentito, ndr) a decidere che Nicola Cosentino non può sedere fra i banchi del governo, cosa diremo al nostro popolo quando altri pentiti, da altri palazzi di giustizia, cercheranno di riscrivere la storia del nostro partito, la storia del nostro leader, la storia del nostro Paese?». Il riferimento è alle inchieste di Palermo, Caltanissetta e Firenze sulla stagione stragista di Cosa nostra del ‘92 e del ‘93, che potrebbero chiamare in causa Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri.
Aveva provato, nel suo intervento, Luigi Zanda (Pd) a invitare i senatori a una riflessione più generale: «La nostra mozione non riguarda la colpevolezza o l’innocenza dell’onorevole Cosentino, ma l’onore, la dignità e il decoro del governo. Due giorni fa l'onorevole Granata ha detto che chi crede nella legalità, nell’antimafia, nella giustizia, chi ha senso dello Stato viene guardato come un appestato. Il Senato ha il dovere di chiedere al governo che su nessuno dei suoi membri resti l’ombra di possibili rapporti con la camorra».
Nulla da fare. Il capogruppo del Pdl a palazzo Madama, Maurizio Gasparri: «C’è chi sceglie Spatuzza e Abu Omar, noi scegliamo la legalità repubblica e per questo votiamo no alle vostre mozioni». Alla Camera, il capogruppo Pd nella Giunta per le autorizzazioni a procedere, Marilena Samperi, nell’annunciare il sì alla richiesta d’arresto ha annunciato che per l’appuntamento in Aula, il Pd presenterà una relazione di minoranza: «Abbiamo ritenuto che i gravi elementi circostanziati e riscontrati nell’ordinanza del Tribunale di Napoli escludano il fumus persecutionis». Michele Vietti, Udc, ha annunciato invece che in Aula i parlamentari dell’Udc «voteranno secondo coscienza».
© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments