Cosentino, no alla richiesta d'arresto e dimissioni

Dalla Rassegna stampa

La Giunta per le Autorizzazioni della Camera ha respinto la richiesta d`arresto avanzata dai magistrati campani per il sottosegretario all`Economia Nicola Cosentino (ipotizzandone il concorso esterno in associazione mafiosa) ed entro due settimane arriverà la decisione finale in dell`aula. E in serata l`aula del Senato ha respinto anche le mozioni per dimissioni sottosegretario Economia. Dunque la Giunta ha rispedito al mittente la richiesta dei magistrati campani: i voti contrari all`arresto sono stati undici, quelli favorevoli sei e le astensioni una. I "no" sono arrivati dai deputati di Pdl e Lega, i "sì" dal Pd e dall`Idv. I due deputati dell`Udc si sono divisi: Pierluigi Mantini ha votato a favore dell`arresto e Domenico Zinzi contro, col radicale Maurizio Turco che si è astenuto. Adesso la decisione passa all`Aula, che dovrà esprimersi entro il 10 dicembre. «Abbiamo voluto aderire alla richiesta del Gip - ha spiegato Marilena Samperi del Pd - perché abbiamo trovato elementi documentali, intercettivi e investigativi nel provvedimento che dimostrano riscontri oggettivi dei gravi indizi di colpevolezza di Cosentino», il che «comporta la custodia cautelare in carcere obbligatoria, trattandosi di 416 bis» e cioè un reato associativo. Dura l`Italia dei valori: «La falange della destra - ha commentato Federico Palomba dell`Idv - ancora una volta ha fatto quadrato attorno al loro uomo, dimostrando una cultura di casta che trasforma l`immunità in impunità». Si diceva poi delle mozioni a Palazzo Madama, che nel pomeriggio sono state respinte: quella presentata da Pd e quella dell`Idv, entrambe contrarie alla permanenza al governo del sottosegretario Cosentino, che è anche coordinatore regionale Pdl in Campania. La mozione del Pd è stata bocciata con centosessantacinque voti contrari, centosedici favorevoli e due astenuti, quella dell`Idv non è passata per i centosettanta no", a fronte dei novantacinque voti favorevoli e diciassette astenuti (i radicali non hanno partecipato al voto). Per entrambe le mozioni il governo, per voce del sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, aveva espresso parere negativo, motivandolo con «due aspetti. Il primo è la presunzione di non colpevolezza. L`altro quello della valutazione, che non può essere di tipo personalistico», ma di tipo «istituzionale»: quella cioè che «il governo deve compiere tenendo conto proprio del principio di non colpevolezza, della necessità che la Giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera si esprima» e anche «della valutazione che la Camera di appartenenza farà dell`iniziativa giudiziaria». Invece il documento del Pd, primi firmatari i senatori Luigi Zanda e il capogruppo Angela Finocchiaro, invocava «ragioni di opportunità e di precauzione» che dovrebbero «indurre il governo ad evitare che una persona sottoposta ad indagini per così gravi delitti, espressivi di una collusione tra politica e sodalizi criminosi», e in «attesa di dimostrare la sua piena innocenza», si chiedeva all`esecutivo di «invitare l`onorevole avvocato Nicola Cosentino a rassegnare le dimissioni da sottosegretario». In serata, parlando a Sky Tg 24, Cosentino ha dichiarato: «Sulla vicenda è stata esercitata una forte attività mediatica: debbo difendermi da accuse infamanti senza essere mai stato sentito». «A me - ha aggiunto - interessa chiarire la mia posizione, se i magistrati mi avessero dato questa possibilità, lo avrei fatto. Non mi sento un perseguitato, ma dico che la gestione della mia vicenda è singolare. Io ho chiesto subito la possibilità di collaborare. La ricerca della verità riguarda tutti. Nonostante abbia chiesto di essere sentito rispetto ad accuse infondate di un pentito che è anche cocainomane, questo non è avvenuto».

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