Cosentino: mi perseguitano. E attacca Bassolino

«La porcata sono i pentiti». Nicola Cosentino si difende dall´accusa di collusione con la camorra, chiama in causa l´attuale governatore della Campania, il democratico Antonio Bassolino e il sistema dei rifiuti, e tenta di convincere la giunta della Camera a non autorizzare il suo arresto, chiesto dalla Procura napoletana. Due ore di audizione. «Fumus persecutionis nei miei confronti? Un fumone di persecuzione».
Cosentino non pensa affatto di dimettersi da sottosegretario all´Economia né di rinunciare alla candidatura a presidente della Regione campana per il Pdl. Sostiene anzi che è proprio quel territorio a volerlo e Berlusconi lo sa. «In Campania - aveva attaccato - chi ha aperto le porte alla camorra continua a governare la Regione, mentre chi come me ha osteggiato con ogni mezzo la criminalità organizzata deve subire massacri mediatici e strumentali». Bassolino replica con una nota di fuoco: «Siamo davvero al delirio, Cerco di muovermi con il necessario stile istituzionale ma vedo che il sottosegretario all´Economia sentendosi forte dell´immunità parlamentare, delira. Dal punto di vista giudiziario si vedrà, ma per quanto riguarda i rapporti tra politica e camorra ogni cittadino di Napoli, di Casal di Principe e di qualunque altra città, sa bene da che parte sta Cosentino e da che parte sta Bassolino». Attorno al "caso Cosentino" si giocano molte partite politiche.
Nella maggioranza si allargano le crepe. I finiani insistono sulla necessità di un passo indietro del sottosegretario e Ignazio la Russa, coordinatore del Pdl, dice che giovedì prossimo sarà l´ufficio politico del partito a decidere chi è il candidato governatore anche in Campania. Del resto Berlusconi ieri, sembra scaricare il sottosegretario, dopo un veloce incontro a Montecitorio: «Le dimissioni di Cosentino? Non voglio intervenire e non interverrò». Cosentino l´interpreta invece come una sorta di silenzio-assenso. Si fa forte anche della presa di posizione di Bossi. Per il leader della Lega non va bene «un garantismo a fasi alterne. C´è chi dice che Cosentino si deve dimettere ma quando era indagato lui non si dimise....». Italo Bocchino, vice capogruppo e finiano, è nel mirino di polemiche e avvertimenti.
«Da un punto di vista non politico ma umano - gli manda a dire Cosentino - mi è dispiaciuto che Italo, che viene da quel territorio e che conosce bene me, la mia storia, la mia famiglia abbia potuto ancora dire che sta valutando se votare una mozione di sfiducia». Bocchino rilancia: «Mi dispiace che Nicola, che conosco da moltissimi anni, e della cui estraneità alle accuse che i pentiti gli muovono sono certo, non abbia compreso le ragioni di opportunità politica per cui deve fare un passo indietro...». Tra una settimana la giunta per le autorizzazioni dovrà votare sull´arresto. Il centrodestra darà l´alt; il Pd e i dipietristi voteranno per l´arresto; il radicale Maurizio Turco voterà contro la richiesta di arresto; l´Udc ci sta pensando. Con ogni probabilità non sarà arrestato.
Nell´opposizione c´è la battaglia sulla mozioni di sfiducia. Una la presenta Di Pietro alla Camera; un´altra il Pd, primi firmatari Dario Franceschini e Pierluigi Bersani, oltre a quella da tempo depositato dai Democratici al Senato. Ma a gennaio scorso il Pd aveva chiesto sempre le dimissioni di Cosentino salvo poi far mancare una cinquantina di voti tra astenuti e assenti. Questa volta, assicurano, nessun dubbio. Marilena Samperi, Pd, racconta del quadro devastante sul Sud d´Italia emerso dall´ordinanza dei magistrati napoletani. Il presidente dei deputati Pdl, Frabrizio Cicchitto accusa: «Pd e Idv usano la giustizia a scopo politico».
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