Cosentino due ore davanti alla Giunta. Mozioni da Idv e Pd

A metà pomeriggio Nicola Cosentino si aggira nervoso davanti alla saletta del governo, dove Berlusconi sta parlando con La Russa e Verdini. Entra anche lui e in pochi secondi è di nuovo fuori: il tempo di un abbraccio silenzioso. «Io rimango al mio posto - insiste il sottosegretario - l`unico che può decidere sul mio destino e su quello della Campania è Berlusconi». L`opposizione vuole le dimissioni e qualche voce favorevole si alza anche dal Pdl, ma il premier non si sbilancia: «Su questo non voglio intervenire». Per due ore, davanti alla Giunta per le autorizzazioni della Camera, il sottosegretario ha respinto le «accuse infamanti della procura» e, quando esce, si sfoga. Evoca un «fumone di persecuzione» e una «tagliola giudiziaria» a orologeria, si descrive come «perseguitato dai giudici» e si dice certo che il provvedimento di arresto «verrà cassato». In fondo, prova a scherzare, «il gip non è il Vangelo»... Si scontra a distanza con Bassolino e poi anche con Bocchino, tanto che il ministro La Russa gli chiede di smetterla con le «polemiche personali». La Giunta ha rinviato la discussione a mercoledì e non è escluso che già allora si possa votare. Tra Pd e Idv è guerra sulle mozioni, ma anche il Pdl è spaccato. Di Pietro e Donadi presentano una mozione di sfiducia che impegna il governo a invitare Cosentino alle dimissioni. «Il Pd resterà con il cerino in mano» spera il leader dell`Idv e prevede che, «nel segreto dell`urna», parlamentari del Pdl voteranno con lui. Il finiano Fabio Granata non lo esclude. Matteoli è «indignato» con i colleghi tentati dal voto di sfiducia e Bossi attacca i garantisti «a fasi alterne». Sul fronte opposto arriva anche la mozione del Pd e Bersani ne rivendica la primogenitura rispetto a Di Pietro. Il radicale Maurizio Turco (Pd) annuncia che voterà contro l`arresto e oggi, da Scampia, la ministra Mara Carfagna potrebbe chiedere al sottosegretario di fare un passo indietro alle regionali.
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