Corsa ai sottosegretari Per Riccardi c'è Morcone

L'accordo politico tra Pd, Pdl e Udc lo si dovrà trovare oggi. Un accordo su una rosa di nomi di sottosegretari su cui poi la decisione finale sarà comunque del premier, Mario Monti. Pare essere ormai tramontata, salvo che le posizioni degli ex colonnelli e dell'Italia dei valori, l'ipotesi che si debba trattare di tecnici purissimi, anche perché in un governo già di tecnici ci sarebbe il rischio di non avere quell'esperienza e sensibilità politica che sarà decisa nel trovare consensi in parlamento. Un argomento, questo, che è chiaro a molti ministri, chiarissimo anche ai partiti che sostengono Monti. E che ora non possono permettersi il lusso di bluffare, con lo spread che corre e i provvedimenti correttivi che non possono essere ritardati. Domani al cdm dunque nomine dei sottosegretari. L'obiettivo è di avere la macchina governativa pienamente in funzione a partire dalla prossima settimana. Anche gli staff si vanno delineando: in alcuni casi si tratta di ripescaggi da precedenti governi, in altri di movimenti tra ministeri del governo Berlusconi. Poche le new entry: è il caso di Mario Morcone, ex prefetto e candidato del Pd a sindaco di Napoli, chiamato come capo di gabinetto del ministro per la cooperazione internazionale, Andrea Riccardi. Lucrezio Monticelli, capo di gabinetto di Maurizio Sacconi, è passato con il ministro dell'ambiente, Corrado Clini, per Elsa Fornero, ministro del welfare, torna Francesco Tomasone, ex capo di gabinetto di Cesare Damiano al Lavoro. Per Fabrizio Barca, Coesione territoriale, invece spunta Alfonso Celotto, ex capo legislativo del ministro Emma Bonino.
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