Convertito all'Islam, italiano cade in Siria

Dalla Rassegna stampa

Un mistero agita le Cancellerie europee e di tutto il mondo. Quanto si va internazionalizzando il conflitto in Siria? È un dato denunciato dai governativi, e monitorato dai servizi segreti occidentali, che una folla di islamisti simpatizzi per i ribelli e che molti siano partiti da Libia Tunisia, Afghanistan, ed Egitto per combattere al fianco dei gruppi qaedisti. All’opposto, ed è stato un indiscusso salto di qualità nella internazionalizzazione della guerra siriana, nei mesi scorsi i miliziani di Hezbollah hanno varcato in massa il confine libanese e si sono battuti per il regime di Assad.

La morte del giovane genovese convertito all’Islam Giuliano Ibrahim Delnevo, che si era sposato qualche anno con una ragazza marocchina a Casablanca secondo il rito islamico, e da allora aveva assunto posizioni sempre più radicali, apre però un interrogativo supplementare: quanti sono gli europei e gli americani che combattono oggi in Siria? Esiste forse una Legione straniera di convertiti all’Islam? Quanti ne sono partiti dall’Italia? «Potrebbero esserci in Siria 45-50 miliziani di origine italiana», spiega il dottor Foad Aodi, presidente della Comunità del mondo arabo (Comai) e dell’Associazione medici stranieri (Amsi). «In base a quanto ho potuto raccogliere dalle mie fonti in Siria - dice il dottor Aodi questi miliziani, tra i quali c’è una donna, operano nel Nord del paese in particolare a Deir Ezzor e ad Aleppo. Le donne di cui mi parlano sono 3: l’italiana, una spagnola e una cecena. Sono ad Aleppo, impegnate a curare i feriti. Non so però se si tratta di convertiti o di persone con doppia cittadinanza».

Dalla Siria, insomma, i ribelli dicono di aver ricevuto un forte aiuto dall’Europa. Sarebbero almeno 600 i combattenti del Vecchio Continente. La più parte proveniente dal Belgio. Una cinquantina dall’Italia. Ma è davvero così o assistiamo a una ennesima offensiva della propaganda? «Non credo proprio che si sia di fronte a una possibile ondata di terroristi islamici in partenza dall’Italia», sostiene il ministro degli Esteri, Emma Bonino. Anche i nostri servizi segreti sono assolutamente scettici. I numeri sembrano gonfiati. «In Italia - ha spiegato proprio ieri il direttore del servizio segreto, Giampiero Massolo, responsabile del Dis - non c’è un bacino’ di reclutamento, ma solo delle individualità che entrano in comunicazione con cellule jihadiste attraverso il web». Si cita a titolo di esempio l’episodio di un operaio ventinovenne di Pesaro che aveva abbracciato la Jihad ed è stato arrestato ín partenza per il Marocco.

Massolo è il numero uno dell’intelligence italiana. Se ci fosse stato un reclutamento di massa, ovviamente i servizi se ne sarebbero accorti. «Invece non abbiamo notizia di strutturati canali di instradamento verso la Siria di aspiranti mujahidin». Ma non si esclude qualche sporadico caso. E d’altra parte i combattenti di Hezbollah sostengono che qualche italiano, forse una-decina, in effetti tra i ribelli siriani ci sarebbe. «In ogni caso - sostiene ancora Massolo - il fai-da-te è sicuramente un pericolo. E il web è una potente forma di autoaddestramento e autoreclutamento. È chiaro che la situazione in generale non ci fa stare tranquilli e necessita di essere monitorata», conclude il direttore dei nostri servizi segreti. In questo contesto, infatti, il pericolo maggiore che segnalano i nostri analisti sono i potenziali «terroristi solitari», i cosiddetti «self starters», tipo -quell’egiziano che si fece esplodere contro una caserma dell’esercito a Milano qualche anno fa. Gente che si esalta davanti alla rete e poi decide di passare all’azione con gesti eclatanti. Questi eventi sono per definizione incontrollabili e chiunque può divenire una bomba umana.

 

© 2013 da 'La Stampa'. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani: Quello che ora più conta è la vita dei cubani. Costretti da decenni di dittatura dentro un recinto che impediva al progresso di entrare e loro di uscire, evitando tutti i rischi e le opportunità. In questa transizione difficilissima...
Dichiarazione di Valerio Federico, Tesoriere di Radicali Italiani: "Gli stati nazione hanno fallito nel governo dei grandi fenomeni in corso quali l’immigrazione, le crisi economico-finanziarie, i cambiamenti climatici e il terrorismo internazionale. Il regionalismo italiano ha prodotto spesa...
Sabato 8 ottobre a Roma alle ore 16 ci ritroveremo in Piazza Mazzini e marceremo fino a Castel S. Angelo per un società aperta e per lo Stato di Diritto, con Emma Bonino, insieme ai rappresentanti di molti popoli oppressi nel mondo. Con questa iniziativa vogliamo porre l’attenzione sul pericoloso...