Contro la fame, l'illusione della pianificazione familiare

Nel suo discorso alla Fao, papa Benedetto XVI ha ribadito che «non c`è un nesso causa-effetto fra crescita della popolazione e della fame». Altre voci invece, sostengono che se la popolazione cresce troppo o troppo rapidamente, lo sviluppo viene inevitabilmente frenato o bloccato. La verità sta nel mezzo. E sbagliato aderire con troppo entusiasmo a una visione malthusiana, dimenticando che essa - se interpreta mirabilmente quanto, accadeva nelle società agricole tradizionali - non è certo in grado di spiegare quanto è successo negli ultimi 200 anni. Malthus elaborò la sua teoria alla fine del `700, ossia prima della grande rivoluzione industriale, quando la diffusione del progresso tecnico era incomparabilmente più lenta di oggi. Nei Paesi oggi ricchi, l`uscita dalla povertà è andata di pari passo con una forte crescita demografica. In Inghilterra, fra la fine del `700 e il 2000 la popolazione è aumentata di quasi 5 volte, e il Pil pro-capite - a prezzi costanti - addirittura di 13 volte. In India fra il 2000 e il 2007 il Pil pro-capite è raddoppiato, anche se la fecondità è rimasta sostenuta, attorno ai 3 figli per donna. Nel 2000-07 il reddito di India e Cina è cresciuto allo stesso ritmo, anche se in Cina la fecondità era molto più bassa (in media 1,7 figli per donna). D`altro canto, è profondamente sbagliato dire che la povertà e la crescita della popolazione non sono fra loro connesse. Al contrario, negli ultimi due secoli, non è mai accaduto che un Paese povero sia uscito dalle secche della povertà senza che le coppie riducessero il numero di figli. Quando l`economia cresce in modo sostenuto, le coppie riducono le nascite, perché non vogliono perdere il treno delle nuove opportunità economiche, né per loro né per i figli già nati. Se poi sono facilmente disponibili metodi per il controllo delle nascite sicuri e affidabili, un numero sempre maggiore di coppie riuscirà ad avere il numero di figli che effettivamente desidera. Tuttavia, è un`illusione pensare che gli interventi pubblici favorevoli alla pianificazione familiare siano una scorciatoia per lo sviluppo. Per combattere veramente la fame, ci vuole ben altro.
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