"Conti pubblici, correzione nel 2011"

«L’unica manovra di correzione di conti pubblici sarà quella su cui si è impegnato il governo nelle sedi europee e sarà pari a 0,5 punti di prodotto interno lordo nel 2011». Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, smentisce le voci di una manovrina in corsa per l’aggiustamento dei saldi di finanza pubblica. Voci di provenienza parlamentare, secondo le quali l’intervento allo studio del governo sarebbe stato pari a 4-5 miliardi di euro. Il ministro ha spiegato alla trasmissione «Anno zero» il fraintendimento nato sul presunto buco da 4-5 miliardi. Un fraintendimento sorto sulla questione delle spese da rifinanziare. «Confermiamo l’impegno con l’Europa e smentiamo queste voci» ha detto ieri Tremonti, mentre i deputati del Pd si affrettavano a chiedere la sua convocazione in Parlamento per chiarire. «La correzione del deficit tendenziale del 2011 sarà realizzata con la nuova Legge di Stabilità» ha detto il ministro. Quest’anno, insomma, nessuna manovra correttiva per abbassare il deficit: se ne tornerà a parlare solo l’anno prossimo, quando nelle attese del governo è prevista una ripresa dell’economia che renderebbe più semplice il risanamento. Resta dunque confermato il piano concordato con l’Unione Europea, un percorso ritenuto convincente anche dalle agenzie di rating, che assegnano i voti sull’affidabilità dei governi. «Le nostre previsioni di bilancio sono in larga parte in linea con quelle del governo, e a nostro avviso, la piena attuazione del pacchetto di misure previste dal governo dovrebbe essere sufficiente per stabilizzare il debito nel 2011» ha fatto sapere ieri Standard and Poor’s, aggiungendo che «la mancata attuazione delle politiche per rimettere il debito in una traiettoria sostenibile potrebbe aumentare la pressione per un ribasso del rating», cioè dei giudizi sull’Italia.
Sullo stato della finanza pubblica l’attenzione resta comunque alta. «Anche se questo non implica alcun giudizio sull’opportunità o meno di fare adesso una manovra correttiva, il problema dei conti pubblici è
un problema serio e noi vi poniamo la massima attenzione» ha ricordato ieri il direttore generale della Confindustria, Giampaolo Galli. «Tremonti venga subito alla Camera a riferire sullo stato dei conti pubblici. Dopo le voci e la smentita, aumenta la nostra preoccupazione per quanto sta accadendo e pretendiamo di avere un’informativa chiara» ha detto il vicepresidente del gruppo Pd a Montecitorio, Michele Ventura.
Ieri sono tornati ad agitarsi anche i sindacati che, allarmati dai dati Istat sui redditi, vogliono subito aprire con il governo un confronto sulla politica dei redditi e la riforma delle tasse. I redditi delle famiglie nel quarto trimestre dell’anno scorso, risultavano in flessione del 2,8% rispetto allo stesso periodo, dell’anno precedente. Secondo gli stessi dati la spesa delle famiglie si è ridotta, nel giro di un anno, dell’1,9%, mentre il loro potere di acquisto è sceso del 2,6% ed i profitti delle società non finanziarie dell’1,8%. Il ministro della Funzione pubblica contesta però le cifre dell’Istat sulle famiglie. «Il potere d’acquisto dei salariati e dei pensionati è aumentato», sostiene Renato Brunetta.
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