La conta dei deputati Chi resta, chi se ne va, chi forse non può votare

Dalla Rassegna stampa

Numeri che ballano. Per arrivare alla maggioranza di 316, alla Camera da settimane impazza il mercato dei deputati. Ultimi ad alzare la posta, i sei Radicali eletti nelle file del Pd che non hanno escluso l’appoggio al governo. Ingresso ufficiale, ieri, di Antonio Razzi: dall’Idv a Noi Sud, dritto alla fiducia. Ancora indecisi, ma sulla buona strada, i tre "responsabili" Massimo Calearo, Domenico Scilipoti e Bruno Cesario. Il liberale Francesco Nucara ha detto sì da tempo, il collega Paolo Guzzanti potrebbe pensarci se Berlusconi cambiasse legge elettorale. Gli altoatesini Brugger e Zeller dovrebbero astenersi, convinti dalle promesse ottenute sui fondi per il parco dello Stelvio. In Fli, prosegue la dialettica, talvolta accesa, tra “falchi" e "colombe". Catia Polidori sta ancora riflettendo sul da farsi, Giampiero Catone sembra invece quasi convinto per il ritorno da B. Hanno detto no ai corteggiamenti due lib-dem Italo Tanoni e Daniela Melchiorre, mentre ha annunciato il no alla sfiducia il terzo, Maurizio Grassano. Peseranno anche le assenze. Ci sono tre parlamentari in gravidanza: due Fli, Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza, una Pd, Federica Mogherini. Nel delirio delle ultime ore, c’è anche chi parla di alcuni "traditori" nel Pd. Una dichiarazione dei giorni scorsi (se non mi ricandidano resto "disoccupato") ha fatto dubitare dell’ex operaio Thyssen Antonio Boccuzzi che però smentisce fermamente: martedì diserterà addirittura "un’importante udienza del processo Thyssen pur di venire in aula a votare la sfiducia al governo". E smentisce anche l’altro deputato il cui nome era circolato con una certa insistenza: l’abruzzese Vittoria D’Incecco ("Non so chi metta in giro queste voci...").

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