Consulenza agli iscritti all’Albo

Dalla Rassegna stampa

Avanza tra le proteste dell’opposizione la votazione in prima lettura al Senato della riforma forense. Nella seduta di ieri, terminata in tarda serata, l’Aula ha approvato 14 articoli, respingendo di fatto tutti gli emendamenti di sostanza e riaggiornando a oggi l’esame, a partire dall’ordine forense.
 L’esercizio della professione, nell’articolo 2 emendato, resta legato all’iscrizione all’albo; fuori dai casi in cui ci siano competenze su specifici settori previste dalla legge per esercenti altre professioni regolamentate, la consulenza e l’assistenza legale stragiudiziale è riservata agli avvocati. Sul punto i senatori Donatella Poretti e Marco Perduca hanno denunciato «l’alleanza corporativa tra Pdl e Idv che ha impedito di affossare l’esclusiva forense.
 Tra gli altri capitoli passano i requisiti per l’iscrizione ai difensori d’ufficio: condizione è far parte dell’elenco degli specialisti in diritto penale. Polemiche sul capitolo iscrizioni e cancellazioni, per il quale sono state tipizzate le cause e gli effetti del depennamento. Tra queste non compare l’aver riportato condanne definitive per mafia e terrorismo: per il Pd, quella della maggioranza è una scelta «grave e del tutto incomprensibile», sulla stessa linea Li Gotti (Idv) secondo cui questo «sarebbe il minimo richiesto per un paese fortemente colpito dalla criminalità organizzata». Il Consiglio nazionale forense, rivendicando autonomia sui controlli, riteneva superfluo l’emendamento, vista anche «la grande severità» mostrata dai consigli su questo tema. Approvato in serata anche l’articolo 19 della riforma sulla sospensione dell’esercizio professionale in caso di incarichi politici o istituzionali.

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