Consiglio di Stato "Andate avanti a ricontare le schede"

Dalla Rassegna stampa

Ricorso respinto, in Piemonte si andrà al riconteggio dei voti. Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso con cui il governatore Roberto Cota e il centrodestra chiedevano di annullare la decisione del Tar di verificare le schede elettorali dopo l'eliminazione delle liste di centrodestra «Al Centro con Scanderebech» e «Consumatori». Un riconteggio che il centrodestra non vuole, temendo che l'interpretazione dei voti validi ribalti l'esito delle elezioni di marzo. Non a caso, ieri, al fianco di Cota è intervenuto anche il premier Silvio Berlusconi: «La legge è incontrovertibilmente chiara - ha detto chi vota una lista con una croce sola dà due voti, uno alla lista e uno al candidato presidente. Mi auguro quindi, per il rispetto dovuto alla sovranità popolare, che non si voglia ribaltare per via giudiziaria la scelta dei cittadini piemontesi». I legali del centrodestra ce l'avevano messa tutta per congelare la verifica delle schede. Quando il presidente della V sezione, Stefano Baccarini, ha chiesto quali pericoli corresse il governatore se si fosse andati avanti con il riconteggio, gli avvocati del centrodestra hanno giocato pesante. La gestione della difficile situazione economica, l'importante tavolo con la Fiat, il governo delle istituzioni piemontesi: tutto questo rischiava di saltare a causa dell'incertezza creata dal riconteggio. Addirittura - lo riporta l'avvocato del centrosinistra Luca Di Raimondo anche se il legale del presidente piemontese, Luca Procacci, smentisce - sarebbe stato adombrato il pericolo di disordini sociali. Un danno «grave e irreparabile», insomma, che andava evitato congelando la decisione del Tar. Il Consiglio di Stato, però, non è stato dello stesso avvi- so. «Il riconteggio non è in grado di paralizzare o anche solo ostacolare il corretto funzionamento degli organi di governo della Regione Piemonte» hanno scritto i giudici romani. Non solo. Il Consiglio di Stato, predisponendo la presenza delle parti al riconteggio, ha di fatto disinnescato uno degli argomenti sostenuti dal centrodestra, ovvero quello della lesione del diritto di difesa. «Ricorso inutile, lo avevamo detto - ha riferito l'avvocato Di Raimondo - Ricontare i voti non rappresenta alcun pericolo per il presidente Cota. Potrebbe ancora vincere». Promette battaglia, invece, l'avvocato Procacci: «Ora che è prevista la nostra presenza al riconteggio, contesteremo ogni voto sottratto a Cota». Soddisfatta Mercedes Bresso, la candidata sconfitta del centrosinistra e firmataria insieme ad altri dei ricorsi: «Anche il Consiglio di Stato ha respinto la modalità pretestuosa e strumentale di Cota nella vicenda dei ricorsi. Ora spero si mettano tranquilli e attendano prima le motivazioni del Tar e quindi il riconteggio». Cosa che Cota non vuole assolutamente fare. Il governatore ieri ha definito il riconteggio un inutile spreco di denaro pubblico. «Chiederemo conto di questo spreco a chi ha presentato i ricorsi». I Radicali Silvio Viale e Giulio Manfredi chiedono invece al governatore di «porre fine a questo stallo, dimettendosi», mentre un altro firmatario dei ricorsi, Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, denuncia: «Non si governa con le elezioni truccate. In Piemonte vince la legalità, nonostante le urla e gli allarmi di golpe lanciati dalla Lega». La partita è comunque ancora aperta. Domani è previsto il deposito delle motivazioni del Tar. Il centrodestra annuncia che ricorrerà ancora al Consiglio di Stato, cercando di ribaltare le due sconfitte finora accumulate.
 

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