Congresso a Chianciano

Dalla Rassegna stampa

ROMA
Sotto accusa e sotto processo il Pd e Pier Luigi Bersani: lo fanno i radicali, riuniti nel loro decimo congresso a Chianciano, guidati da Mario Staderini, assente per il momento Marco Pannella. Il tutto emerge dalla relazione di Staderini, dalla quale esce la precisa accusa: aver proposto «il voto politico consentendo a Berlusconi di restare al governo».

Innanzitutto Staderini bolla come «perdente» la tattica adottata da Bersani, visto che «le elezioni non arrivano mai, le dimissioni del premier non si vedono e del governo tecnico non c`è neanche l`ombra. E poi accusano noi di andare a cena con Berlusconi e di rifiutare i giochetti per far mancare il numero legale a Montecitorio». Proseguendo il suo ragionamento Staderini è arrivato a una conclusione politica più pesante e circostanziata, chiamando in causa la Chiesa, bersaglio tradizionale di molti strali dei radicali, non ultimo quello contro le esenzioni dall`Ici : «Il Pd e i suoi alleati vogliono farci fuori perché troppo impegnati a chiedere voti alla chiesa nella prossima campagna elettorale». Per il numero due dei radicali esiste perciò un preciso piano per escluderli, espresso principalmente dall`atteggiamento di Rosy Bindi. Ma i radicali non intendono stare a guardare.

Così Staderini annuncia che non è esclusa «una proposta di riforma autonoma dei radicali» contro 60 anni di partitocrazia (Pd compreso con uno «sbocco elettorale autonomo». In pratica il messaggio sarebbe che, una volta caduto Berlusconi, si potrebbe tornare a dare una mano al centrodestra.

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