Condannato a morte Tareq Aziz l'ultimo fedelissimo di Saddam

Dalla Rassegna stampa

Sarà impiccato in una piccola cella del carcere al-Kadhmiya, nel quartiere sciita di Baghdad, ex quartiere generale dei servizi segreti di Saddam Hussein, nello stesso complesso dove 1130 dicembre del 2006 fu appeso alla forca l'ex rais iracheno. La condanna a morte per impiccagione nei confronti di Tareq Aziz, ex vice presidente dell'Iraq è stata sentenziata dalla Corte suprema di Baghdad, a conferma di come l'Iraq voglia restare saldamente al terzo posto, dopo Cina e Iran, nella macabra classifica degli stati-boia, come emerge dal rapporto 2010 sulla pena di morte nel mondo di "Nessuno tocchi Caino".
Con Aziz sono stati condannati a morte anche due alti ex funzionari dei vecchio regime, l'ex ministro dell'Interno Saadoun Shaker e il segretario dell'ex dittatore Abid Hamoud. L'accusa che ha portato alla condanna alla pena capitale dell'ex vicepresidente fa riferimento al ruolo che Aziz ha svolto nella repressione dei partiti politici sciiti filo iraniani negli anni Ottanta, con una serie di arresti e di condanne a morte dei principali esponenti contrari al regime di Saddam. Non è questo il primo processo subito da Tareq Aziz. L'ex braccio destro di Saddam è stato a suo tempo accusato di aver preso parte alla decisione di uccidere 42 persone con un blitz della polizia irachena avvenuto nel 1999, ma per questo reato è stato assolto.
L'11 marzo dello stesso anno Aziz è stato invece giudicato colpevole di crimini contro l'umanità e condannato a 15 anni di carcere. Cinque mesi dopo è stato inoltre condannato a sette anni di carcere per aver contribuito a pianificare la deportazione dei curdi dal Nord. dell'Iraq. E non sembra casuale che il presidente della Corte che l'ha condannato a morte sia proprio di etnia curda. La notizia della sua condanna a morte, diffusa dalla tv di stato irachena, ha fatto rapidamente il giro del inondo sollevando indignazione e dure reazioni di protesta.
In prima fila l'Unione europea, per voce dell'Alto rappresentante perla politica estera e di sicurezza comune, Catherine Ashton. «La pena di morte - ha detto un suo portavoce - è inaccettabile in tutti i casi e in tutte le circostanze». Schierata con la Ue è l'Italia con il presidente Giorgio Napolitano e il ministro degli Esteri Franco Frattini: entrambi hanno già annunciato dalla Cina, A dopo l'incontro con il presidente Hu Jintao, la richiesta all'Iraq di bloccare l'esecuzione. Reazioni di protesta sono giunte da quasi tutte le forze politiche.
Marco Pannella ha iniziato uno sciopero della fame e della sete commentando «come Saddam vogliono strozzarlo per impedirgli di parlare». Tareq Aziz era il volto pulito che il regime di Saddam esportava all'estero. Nato nel 1936 a Tel Keppe, vicino Mossul, fu l'uomo che ha cercato di dialogare con l'Occidente. Il suo vero nome è Mikhail Yuhanna e la sua fede cristiana non gli ha impedito di ricoprire cariche importanti come quelle di ministro degli Esteri dal 1983 al 1991 e vice presidente fino al 2003, anno dell'invasione americana dell'Iraq. I suoi familiari si sono rivolti in questi anni più volte al Vaticano per ottenere la scarcerazione.
Il 14 febbraio 2003, quando era ancora vice presidente, fu ricevuto per un colloquio di circa mezz'ora da papa Giovanni Paolo II.

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