Con Emma va bene, con i radicali meno

Emma Bonino ha dovuto ascoltare ieri varie lamentele di esponenti del Pd riguardo alla linea tenuta dal radicale Marco Beltrandi in commissione di vigilanza Rai che - va ricordato - ha incontrato
il pieno consenso della destra. E improvvisamente il barometro del rapporto Pd radicali vira sul brutto stabile. Lei, militante radicale disciplinata, ha preso atto delle obiezioni del Pd ma condivide
pienamente la soluzione-Beltrandi che rischia di travolgere quelle tramissioni politiche non da oggi bersaglio degli strali di Torre Argentina.
Una volta di più, ieri Beltrandi si è scagliato contro i vari Floris e Santoro, «l`ala sinistra del regime politico italiano, profittatori del regime politico». Il relatore sulla par condicio in vigilanza non aveva neppure informato della sua proposta il presidente della commissione Sergio Zavoli, che ieri mattina, accasciato su una poltrona nella sala Garibaldi del senato, ha confidato tutto il suo rammarico e l`imbarazzo per una decisione da lui neppure lontanamente condivisa. «Un regalo alla destra,
che nemmeno ci aveva pensato», commenta Vincenzo Vita. Una situazione difficile da correggere: scripta manent, no? Comunque Paolo Gentiloni ritiene che «non mancano precedenti di correzioni
di regolamenti già emanati dalla commissione».
La vicenda della par condicio ripropone in settori del Pd la questione del non facile rapporto con i radicali. «La formula della "delegazione" di un altro partito dentro il nostro gruppo parlamentare si è
rivelata per quella che è sempre stata: una presa in giro», ha detto fuori dai denti Enrico Farinone, deputato ex popolare che non per la prima volta esprime a voce alta dubbi sulla
"coesistenza fra dem e radicali nei gruppi parlamentari.
Ma come si capirà il problema assume un rilievo particolare alla luce dell`unità raggiunta nel Lazio sotto il nome della Bonino. Superati i peraltro non numerosissimi mal di pancia iniziali, il Pd è apparso via via sempre più convinto della scelta compiuta.
Semmai sembra che sia proprio l`esponente radicale a nutrire più di un dubbio sulla effettiva capacità del Pd di muoversi adeguatamente: «A dire la verità spero che tutte le forze della coalizioni si mettano in moto», dice la Bernardini, che coordina il comitato elettorale della Bonino insieme
al democrat Milana. In effetti finora per le strade di Roma, nei paesi e paesini del Lazio, la campagna di Emma non si vede moltissimo, piuttosto imperversa la frangetta di Renata.
Se è evidente che ormai Emma viene considerata dai dem una candidata animata da una sincera volontà di cooperare per vincere una battaglia che si considerava persa in partenza e che invece ora
risulta, soprattutto grazie a lei, del tutto aperta, l`interrogativo riguarda invece la reale volontà di tutti i radicali di condurre una battaglia unitaria e non di partito.
Prendiamo la questione della lista civica che, secondo alcuni osservatori, rivelerebbe un Marco Pannella più attento alle fortune del suo partito che non a quelle della candidata.
Questa scelta infatti non sarebbe stata apprezzata dal leader storico, conscio del rischio di una confusione con la lista Bonino-Pannella e timoroso che la lista civica possa sottrarre voti alla "vera" lista radicale: «A me questo non risulta - dice Rita Bernardini - la lista civica non è la
lista dei radicali ma una delle varie liste a sostegno di Emma».
Bisognerà però tecnicamente risolvere il problema di due simboli con lo stesso nome,
se non si vuole sfidare il rischio della confusione.
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