In Comune testamenti «simbolici»

Dopo qualche falsa partenza, da oggi anche Torino avrà il suo registro dei testamenti biologici. Basterà prenotarsi via Internet o per telefono e poi presentarsi all'Ufficio relazioni con il pubblico (Urp) con un fiduciario, i documenti e una busta chiusa. All'interno va messo il modello che può essere scaricato dal sito Internet del Comune. Il registro era da mesi nell'agenda della giunta, dopo l'approvazione di una mozione nel 2009, e nel novembre scorso era entrato in una proposta popolare (primo firmatario il radicale Silvio Viale). L'attuazione del registro, approvato martedì, è stata voluta dall'assessore ai servizi civici, Giovanni Maria Ferraris, che non ritenendo l'anagrafe titolata a raccogliere i «testamenti» ha scaricato la patata bollente sull'Urp. La modalità scelta per la raccolta dei testamenti, con le buste chiuse che «verranno conservate nell'archivio storico della città», spiega Riccardo Caldara, direttore dell'Urp e portavoce del sindaco, desta perplessità. Lo stesso Ferraris esprime «imbarazzo per la scelta organizzativa fatta dagli uffici che contraddice la nota dell'Anci».
In risposta alla circolare congiunta dei ministri Sacconi, Maroni e Fazio, dopo l'approvazione del registro all'ombra della Mole infatti l'Associazione dei Comuni italiani (Anci) - presieduta proprio da Sergio Chiamparino, sindaco di Torino - faceva alcuni distinguo. Da un lato chi si limita - legittimamente, secondo l'Anci - a raccogliere attestazioni che indicano chi ha redatto i testamenti; dall'altro i Comuni che hanno raccolto in proprio le dichiarazioni, predisponendo anche i modelli, la cui attività «potrebbe essere in contrasto con discipline riguardanti settori quali tutela della salute, della privacy e della famiglia». Esattamente la scelta fatta da Torino. Tentando a smorzare i toni, Caldara ricorda che «senza una legge nazionale si tratta di atti solo simbolici».
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