Compagni che sbandano

Dalla Rassegna stampa

Continua la mia lettura, soggettiva e personale, dei Radicali. Una lettura interna, certo, ma necessaria per ribadire con forza che il dissenso è ciò che riesce a dare sapore al metodo liberale. Il dissenso interno è liberale, non democratico. E` necessario ristabilire la linea liberale dentro Radicali Italiani, altrimenti rischiamo di perderla. Si sta sbandando a sinistra. A meno che, Marco Pannella non ci metta lo zampino. La linea liberale a cui faccio riferimento è la stessa che ha ispirato l`ex segretaria nazionale, Antonella Casu, imprimendo ed esprimendo, nell`ultimo anno e mezzo, una crescita politica tesa al cambiamento di alcuni sistemi e meccanismi interni. Fino a quando, ad un certo punto, si è fatta strada la possibilità. di una candidatura più autorevole. Ma quale? li vincitore incontrastato dell`ultimo congresso di Radicali Italiani è Marco Cappato. Persona di grande valore e punta di diamante per quanto riguarda la nostra politica in Europa. Bisogna dare atto a Marco di avere avuto un`abilità rara nel gestire l`intreccio narrativo che è servito all`occupazione del soggetto politico nazionale da parte dei suoi: i cosiddetti "cappatiani". Anche se, quando c`era Daniele Capezzone, Marco Cappato non ha mai dimostrato tanto coraggio come oggi. Peccato! Eppure ricordo di averlo sollecitato con insistenza nei mesi precedenti al congresso del 2004. Perché quello poteva essere il suo momento, invece Marco non ha saputo dimostrare doti da leader. Non appaia come un`offesa perché non lo è, ho grandissima stima di Marco, ma Cappato non è un leader. E` un gregario, un eccellente gregario, che acquista il suo carisma soprattutto nelle lotte transnazionali e nelle battaglie europee. E` quella la sua dimensione. E` lì che andrebbe valorizzato e sostenuto da tutti. Ma non mi si dica che è lui il "nuovo" perché, per me, è già vecchio e passato. Ad oggi, comunque, è lui il dominus, la mente, il manovratore del potere interno ai Radicali. Questo dovrebbe darci la misura della grave situazione in cui versano. L`occupazione dei punti chiave dell`area radicale ha avuto inizio. Insomma, nelle logiche interne alla galassia, è ora Cappato l`uomo forte dei Radicali. Anzi, è lui a detenere il Potere. Anche se non si rende conto che non può controllare tutto. Infatti, il suo braccio sinistro, Mario Staderini, nella sfida di Chianciano, ha addirittura stracciato la candidata di Emma Bonino battendola con il 78 per cento dei consensi contro il pur dignitoso 22 per cento di Valeria Manieri. Questi sono, ad oggi, i rapporti di forza. Mentre Marco Pannella si è mantenuto formalmente neutrale, anche se, nella sua dichiarazione di voto, in Assemblea plenaria, ha indicato la propria preferenza per la Manieri, ma la cosa è apparsa alquanto finta e ininfluente. Le qualità politiche di Cappato sono note a tutti e restano fuori discussione: intelligente, capace, ambizioso, bravo organizzatore, diplomatico quanto basta e rigido o severo quando serve. Ma allora perché non si è candidato direttamente lui alla segreteria nazionale? Davvero gli altri compagni di lotta, a cominciare dal grande Gian Franco Spadaccia, avevano in mente questa soluzione? E` questo quello che si voleva? Perché è questo ciò che si è ottenuto. Mi pongo perciò all`opposizione. Una opposizione liberale. Qualcuno ha parlato di "sfiducia costruttiva". Ecco, l`intento è propositivo e costruttivo.

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