Il Colle chiude a Silvio nessuna sponda anti Fini

Giorgio Napolitano resta in attesa. Ma con una nota il Quirinale fa sapere che «per il momento non è ancora intervenuta alcuna richiesta di incontro da parte del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e del leader della Lega, Umberto Bossi». Il presidente della Repubblica, a quanto si apprende, è rimasto molto sorpreso delle intenzioni dei due esponenti della maggioranza di governo. Perché salire al Colle per chiedere le dimissioni del presidente della Camera è un atto che è fuori da ogni regola della Costituzione.
Per questo motivo, fanno sapere fonti del Quirinale, il capo dello Stato ha appreso la vicenda con una certa irritazione: non vuole essere tirato per la giacca in una questione su cui lui non può fare assolutamente nulla. «Berlusconi e Bossi sanno bene che Napolitano non può chiedere le dimissioni di Fini. Forse da lui si aspettano una sorta di "moral suasion" nei confronti del presidente della Camera», spiegano dal Colle, «ma anche questa sarebbe un'azione assolutamente irrituale che oltretutto rischia di creare una sorta di conflitto istituzionale». Il presidente della Repubblica, però, al di là dei regolamenti, sa bene che la questione è politica: la maggioranza parlamentare non si riconosce più e non si sente garantita dal presidente della Camera che ha contribuito in modo determinante a eleggere. Insomma, anche al Colle si è coscienti di una situazione anomala che potrebbe creare un'impasse nell'azione del governo e del Parlamento.
Ma detto ciò, è difficile se non impossibile che Napolitano possa fare da sponda a Bossi e Berlusconi. Tanto più che finora i rapporti tra Fini e Napolitano sono sempre stati buoni e all'insegna del massimo rispetto reciproco. Anzi, nei momenti più complicati degli ultimi due anni un canale tra Montecitorio e Quirinale è sempre rimasto aperto. Quindi, è il ragionamento che si fa in queste ore sul Colle, se Bossi e Berlusconi andranno da Napolitano a sottoporgli la questione, il presidente non potrà fare altro che rimarcare che il problema è tutto politico e va risolto in seno alla maggioranza. Ma nell'entourage del capo dello Stato si fa anche un ragionamento, più raffinato. E cioè che in realtà se Bossi e Berlusconi saliranno al Quirinale, lo faranno anche per sondare le intenzioni del capo dello Stato di fronte a una crisi di governo. Insomma, cercheranno di capire quanto il presidente della Repubblica sia favorevole alle elezioni anticipate o se lavorerà per cercare di trovare un'altra maggioranza in Parlamento (nelle ultime ore è circolata la voce di un possibile governo Pisanu).
Ieri, intanto, esperti e costituzionalisti hanno fatto scudo al capo dello Stato. «Napoletano non può revocare il presidente della Camera, il quale non può essere in alcun modo sfiduciato. I presidenti dei due rami del Parlamento decadono automaticamente quando vengono sciolte le Camere», hanno spiegato il presidente emerito della Consulta Antonio Baldassarre e il costituzionalista Piero Alberto Capotosti. Secondo Renata Polverini e Marco Pannella, invece, il Colle qualcosa può fare. «E evidente che Fini non ha più la fiducia della maggioranza che lo ha espresso. Su questo credo che la saggezza di Napolitano possa dare un contributo», ha detto la governatrice del Lazio. Mentre per il leader radicale, vista la situazione di estrema gravità, «il capo dello Stato dovrebbe inviare un messaggio al Parlamento».
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