Articolo di Stefano Vaccara pubblicato su America Oggi, il 06/04/10
Ah che bellezza, finalmente sono finite le elezioni, può tornare la calma in Italia, dopo averle vinte (anche se in realtà le ha perse) il Cavaliere Berlusconi potrà lavorare indisturbato al governo per i prossimi tre anni, evviva evviva? Questo è il tono che i media controllati da Citizen B. cercano di far passare. Persino su facebook Citizen B. vorrebbe ora ipnotizzare gli italiani, anche se col popolo di internet gli verrà più arduo.
Ma l’auspicata quiete dopo la tempesta politica non ci sarà, e quella nuova che si abbatterà sulla Repubblica degli italiani sarà tra le più gravi mai affrontate dal 1946.
Il generoso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano cerca di sprizzare ottimismo, sarebbe giunta l’ora delle “riforme condivise”, augurandosi la collaborazione di tutte le forze in Parlamento. Il Premier Berlusconi gli ha replicato che ci sta, ma non dipenderà da lui; traduzione: se gli altri accettano le sue riforme benissimo, altrimenti chissenefrega.
Ma sia Napolitano che Berlusconi che il leader del Pd già azzoppato Bersani, parlano di riforme sapendo che i conti, alla fine, li farà l’oste Bossi. Cioè il vero vincitore di queste elezioni con la sua inarrestabile Lega Nord. Come detto prima, la tempesta, anzi lo “tsunami” come l’ha chiamato Bossi, che rischia di travolgere il Pdl di Berlusconi-Fini e quello che rimane delle sconquassate opposizioni, si annuncia devastante. Le elezioni regionali non le ha vinte il partito del capo del governo, che ha solo confermato la Lombardia, grazie all’aiuto della Lega, è riuscito a conquistare il Lazio grazie alla super Polverini, e le scontate Campania e Calabria. L’unico assoluto vincitore di queste elezioni è Umberto cuor di leghista, quel senatur che troppo presto qualcuno aveva dato per finito e che ora davvero potrebbe deviare la storia della nostra Repubblica.
Berlusconi ha detto che per riforme lui intende subito mettere mano alla giustizia. Già, un vero castigo che la riforma più necessaria debba avere come padrino politico proprio un “personalmente” interessato. Sono decenni che in Italia bisogna rifondare la giustizia per salvaguardare i diritti dei cittadini. Ma purtroppo chi avrebbe dovuto condurre questa sacrosanta battaglia, sicuramente di sinistra, è stato latitante e quindi, come “riformatore”, ci ritroviamo Silvio Berlusconi. Complimenti al Pci-Pds-Pd.
Ma le riformicchie o riformacce che Pdl-Pd metteranno sul tappeto saranno nulla inconfronto allo tsunami che Bossi e la Lega Nord, grazie alle vittorie in Veneto e in Piemonte e gli allunghi nel resto d’Italia, preannunciano.
Il federalismo pretende re Umberto. E Berlusconi, che magari conta di scambiarlo con la sua elezione alla presidenza della Repubblica, è pronto a darglielo. Benissimo: ma cosa intende Bossi per federalismo? Questo è il dilemma che ancora nessuno chiarisce, soprattutto quegli italiani che credono che basti lasciargli qualche soldino in più al Nord...
In una bella intervista realizzata nell’estate del ’95, condotta insieme ad un giovanissimo e già bravissimo Mario Calabresi, interrogammo proprio a New York il grande storico Arthur Schlesinger jr. sul federalismo in generale e le spinte della Lega in Italia. Ci disse l’ex consigliere di Kennedy: “In Italia il governo centrale ha una tradizione di corruzione e inefficienza. Dare maggiori poteri alle amministrazioni locali in questo caso non peggiora la situazione ma può solo migliorarla”. Infatti quella nostra intervista in Italia la volle pubblicare solo il giornale “L’indipendente”, allora controllato da Bossi. Ma nella stessa intervista Schlesinger aggiungeva: “Storicamente tocca sempre al governo federale proteggere i più deboli, contro la negligenza e lo sfruttamento dei poteri locali. Se il credo nei diritti dei singoli Stati avesse prevalso, negli Usa avremmo ancora la schiavitù”.
La sparata sulla pillola Ru486, la cosiddetta “pillola dell’aborto”, ormai legge dello stato ma che i neo eletti governatori di Piemonte e Veneto Cota e Zaia avrebbero voluto “interpretare”, subito rientrata per ordine di Bossi perché era troppo presto per suonare la carica, è solo un antipasto. Arriva l’onda verde, lo tsumani, annuncia Bossi. Chi pensa siano solo slogan per festeggiare una vittoria elettorale, sta sognando. Berlusconi ha resuscitato Bossi, un mostro della politica italiana che come Frankenstein, dopo lo stupore e gli applausi, farà urlare di terrore.
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