Chiesa valdese e disposizioni "fai da te"

Mentre la peggiore delle proposte di legge sul testamento biologico giace da oltre un anno alla Camera si moltiplicano all’esterno del Palazzo le iniziative civiche che testimoniano l’inutilità di una norma, tanto più se piena di contro sensi ideologici e antiscientifici come quella approvata nel 2009 al Senato. Dopo la positiva esperienza di Milano, Torino, Trieste e Napoli, la Chesa valdese apre a Roma un nuovo sportello per raccogliere le disposizioni di fine vita (Dat). II progetto viene presentato oggi (ore 18) nei locali della chiesa di piazza Cavour, dove lo sportello sarà operativo, nel corso della conferenza dal titolo: “Testamento biologico: domande a esperti e a noi”. «Le direttive anticipate di trattamento sanitario sono un atto di responsabilità che dà dignità all’uomo ed eliminano a priori possibili conflitti tra i medici, con i medici e i familiari. Si tratta di un gesto che rientra pienamente nella libertà del cristiano», spiegano gli organizzatori. «In assenza di una legge aggiungono -, l’istituzione di registri per il testamento biologico vuol essere un segnale concreto offerto alla cittadinanza tutta, credenti e non credenti». La riapertura di sportelli all’interno delle chiese valdesi del Centro nord, per fornire informazioni e “raccogliere” le Dat «nel rispetto di tutti gli estremi legali», è cominciala nel 2009 dopo la conclusione della vicenda di Eluana Englaro e la scomposta reazione del governo, della maggioranza e di parte dell’ala cattolica dell’opposizione, che in ogni modo tentarono di negare alla donna vissuta per 17 anni in stato vegetativo permanente. il diritto costituzionale a non essere più sottoposta ad accanimento terapeutico. Diritto riconosciuto a Eluana da ben otto sentenze in diversi gradi di giudizio, compresa un’ordinanza emessa a ottobre 2005 dalla Corte costituzionale. L’incontro, conclude la nota della Chiesa valdese, costituisce l’occasione per rilanciare la richiesta di una legge in merito, definita «principio di civiltà» già nel 2007 dal sinodo della Chiesa metodista e valdese sul biotestamento. «Questa iniziativa - osserva Marco Cappato segretario dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica aiuterà a far capire alle persone che non esiste alcune vuoto legislativo da colmare».
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