Chiesa e pedofilia

Dalla Rassegna stampa

Il “New York Times” riporta informazioni dettagliate che metterebbero sotto accusa Ratzinger il quale, quando era arcivescovo di Monaco di Baviera, avrebbe di fatto permesso ad un prelato, già noto per la sua pedofilia, di operare liberamente all’interno di una parrocchia, invece di essere avviato verso una comunità terapeutica.

La notizia è destinata inevitabilmente ad avere risvolti direttamente politici, vale a dire a trasformare la questione in un’occasione per riattizzare il fuoco della polemica tra clericalismo ed anticlericalismo e soprattutto per favorire più o meno invisibili regolamenti di conti tra le numerose correnti che si confrontano all’interno della Chiesa. Se non si accetta che il pontefice presiede un’istituzione interamente terrena, e dunque in quanto tale, per legge di “natura”, regolata da rapporti di potere, da tensioni umane, l’”affaire” pedofilia rischia di diventare terreno di scontro tra opposti moralismi e quindi produrre solo inconcludenti polveroni ideologici. Il vescovo di Caserta, ad esempio, ha già annunciato che stiamo assistendo ad “una guerra tra la Chiesa e il mondo, tra Satana e Dio”. Non so se sia il caso di tirare in ballo Dio e Satana, sarebbe meglio, in questo caso, partire dai fatti, dai reati. Chi vuole esaltare il ruolo della Chiesa nel mondo non ha certo paura della verità e questa ci dice che non si possono esaltare l’abnegazione e la forza dei tanti cattolici che operano per dare un senso al messaggio evangelico, senza ricondurle all’essenza stessa della vita umana, al fatto che esistono uomini che vivono in modo diverso le pulsioni, chi le può controllare, chi non può e chi non vuole. Scegliere, invece, di giustificare gli errori della inestirpabile essenza umana della Chiesa, in nome della necessaria difesa della propria missione spirituale, significa pretendere di giocare sempre su due piani. I credenti sanno bene che l’essenza spirituale del principio costitutivo su cui si fonda la Chiesa non la protegge dalla natura umana di chi la incarna ma non per questo perdono la fede.
Lo scandalo della patologica “propensione” sessuale di diversi esponenti del clero cattolico andrebbe dunque utilizzato per cercare di fare un po’ di chiarezza, evitando facili derive polemiche. Questa vicenda pertanto deve essere inquadrata da tre differenti punti di vista. Il primo è quello della legge umana: la pedofilia è un reato e i colpevoli vanno puniti, indipendentemente dalla posizione sociale che detengono e dal mestiere che esercitano. Inoltre, chi ha subito gli abusi deve ricevere un risarcimento materiale e morale dall’istituzione che ha “oggettivamente” permesso quelle violenze. Il secondo punto di vista, invece, riguarda i cattolici e l’urgenza che dovrebbero avere nell’interrogarsi non solo e non tanto sui peccati del clero, quanto sulla credibilità della Chiesa come istituzione in grado di “selezionare” e formare al meglio i propri rappresentanti. Non dimentichiamo che siamo di fronte ad un’istituzione chiusa, non democratica, e proprio per questo sembrerebbe opportuno che i fedeli riuscissero a trasmettere i propri umori ai vertici del Vaticano. Il terzo, il più importante, riguarda quel terreno complicato che rappresenta il punto d’incontro tra “la Chiesa e il mondo”, vale a dire la Storia. Il cardinale Walter Kasper , in un’intervista, ha messo il dito sulla piaga quando ha di fatto ricordato la bontà della strada intrapresa per fare pulizia al proprio interno, aggiungendo “non si può immaginare che la consapevolezza cha abbiamo oggi potesse esserci trenta o quarant’anni fa, all’epoca di molti casi di cui si parla oggi. (…). Qui non si tratta di relativizzare le responsabilità ecclesiastiche né di accusare nessuno. Ma la Chiesa fa parte della società e questo problema non riguarda solo lei, ma l’intera società”.
Ecco la prova che quando ci sono dei problemi, la tentazione di distinguere mezzo (corruttibile) e messaggio (incorruttibile) diventa irresistibile. Tale approccio, tuttavia, andrebbe ricordato anche nei momenti “alti”, quando la Chiesa sembra tentata di presentarsi come al di fuori e al di sopra della Storia. Maestra e radice di tutto, priva di quell’umiltà di chi al contrario deve molto del suo attuale ruolo e della stessa credibilità del proprio messaggio alla dura e sofferta lotta con cui gli umani fanno la storia cercando inutilmente di uscirne.
 

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