La Chiesa del Premier

Regionali con un’accoglienza mai così calorosa da parte delle autorità ecclesiastiche", si legge in un’attenta cronaca della Stampa dedicata al ricevimento di martedì alla Nunziatura per il 5° anniversario dell’elezione di Benedetto XVI. Seguono particolari sulle cordialità tra Berlusconi e il segretario di Stato Bertone che si sono reciprocamente congratulati per la sconfitta della Bonino nel Lazio. Salvate le cliniche private dall’anticristo, mancava solo che i due si battessero con la mano il cinque. Qualche interrogativo sorge spontaneo. Quel signore accolto dai raggianti servi del Signore non è lo stesso su cui la scorsa estate piovvero strali e riprovazione a causa della sua "condotta morale" (vedi escort e minorenni)? Se di evangelico perdono si tratta, resta da capire quale penitenza avrà avuto la pecorella smarrita. Se l’è cavata, forse, con tre pater, ave e gloria e un altro aiutino alle scuole cattoliche? Per il figliol prodigo è giusto cucinare il vitello grasso, soprattutto se è lo stesso capo di un governo che la Cei duramente condannò per la politica disumana dei respingimenti dei clandestini in mare. Non risulta però che quello stesso governo, dove siedono i cristianissirni esponenti padani, consideri adesso gli extracomunitari come fratelli da aiutare e non come "negri" da rispedire "fuori dalle balle". Infine, quel devotissimo premier è lo stesso che sabato scorso al funerale di Vianello ha ricevuto la comunione benché divorziato e risposato? Se ha preso in giro anche Gesù Cristo, fatti suoi. Ma come la mettiamo, eminenze reverendissime, con la severità ben altrimenti applicata a tutti quei semplici cittadini, credenti o no, ai quali non smettete un momento di elencare divieti e minacciare anatemi. Lo sappiamo che lassù c’è qualcuno superiore a tutto e a tutti. Non sapevamo però che si chiamasse Silvio.
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