Chi è sorpreso dalla Binetti

Dalla Rassegna stampa

Sommessamente: se ne accorge ora, Dario Franceschini che il comportamento parlamentare di Paola Binetti «è un problema, un signor problema»? Concorda sull’esistenza di qualche problema anche il “rivale” Pierluigi Bersani. Bingo! Ma c’era bisogno del voto di Paola Binetti a fianco del centrodestra per quel che riguarda la legge anti-omofobia per comprenderlo? Eppure a Paola Binetti va riconosciuto il merito di dire quello che pensa, e di pensare quello che dice. Non si sapeva chi era e chi è, quando la si è candidata? Non ha sempre con chiarezza espresso le sue opinioni? Non si sapeva come avrebbe votato, quali posizioni avrebbe assunto e difeso? È davvero sorprendente quello che dice e fa? Ha ragione Farefuturo, la fondazione presieduta da Gianfranco Fini: «Che peccato… Poteva essere una bella occasione per una legge condivisa e necessaria»; e infatti i parlamentari più vicini al presidente si sono comportati di conseguenza. Comprensibile e condivisibile l’indignazione e lo sconcerto di Paola Concia; ma non si può rimproverare a Paola Binetti di comportarsi in coerenza con quanto detto e sostenuto da sempre.
«Il mio gruppo, senza avvertirmi, ha cambiato idea e ha votato contro la possibilità di tenere in vita questa legge con il suo ritorno in commissione», accusa Paola Concia. Il vicecapogruppo del Pd alla camera Marina Sereni cerca di metterci una toppa: «Noi eravamo disponibili a un rinvio, purché accompagnato dall’impegno a calendarizzarlo di nuovo a novembre.
Senza questo impegno si sarebbe trattato di un rinvio sine die. Non avevamo chiesto la luna». Consapevole che questo testo ormai è morto, Sereni promette che il Pd ne presenterà uno nuovo e chiederà che si lavori subito in commissione su di esso, «per discuterlo in aula a novembre».
Vedremo.
È comunque sempre più evidente un problema di leadership, di gestione politica dei gruppi parlamentari. Prendersela con gli “stracci”, ieri Antonio Gaglione, oggi Paola Binetti, che senso ha?

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