A chi importa della Siria?

La vita di un cittadino siriano vale pochissimo per il governo del suo paese. Quella di un profugo palestinese in Siria ancora meno, ma l'unica speranza per queste vittime di attirare l'attenzione del mondo sta nel fatto che a sparare sia un soldato israeliano come purtroppo è avvenuto qualche giorno fa nelle "manifestazioni " organizzate dal governo siriano con masse di profughi palestinesi per sfondare la linea di confine del Golan. Forse le vittime sono meno di quelle denunciate dalla Siria, 20, ma fossero anche 10 volte meno ci sarebbero due morti di troppo.
L'esercito israeliano doveva trovare un modo per evitarli e il governo, che è forse il peggiore che Israele abbia mai avuto, doveva dare precise disposizioni in merito. Tutto questo però non giustifica il fatto che i 20 morti del Golan abbiano pesato nei media italiani infinitamente di più degli oltre mille siriani uccisi dal loro stesso governo, contro cui manifestavano in questi stessi giorni fra Damasco e Hama.
È del resto singolare lo strabismo dei paesi democratici che bombardano Gheddafi e mantengono relazioni diplomatiche con Assad. A meno che ancora non venga seguita la logica di un vecchio diplomatico inglese che diceva: «Alcuni paesi arabi esportano petrolio, altri... datteri. Quanto alla Siria, esporta solo guai». Meglio starne lontani, dunque? Se e così, i siriani che si oppongono alla dittatura che li opprime hanno tutto il diritto di disprezzare i paesi "democratici ", piuttosto che Israele.
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