Cherchez Grillo, l'irresistibile Grillo

Dalla Rassegna stampa

Il fatto italiano che condiziona la ricezione stupida è Grillo ovvero la nuova puntata dell'antipolitica, un altro inquietante già visto. Ma che vi volete inquietare? Ho ascoltato un comizio di Beppe a Radio Radicale. Fresco, ansioso, un demagogo che sa e non sa di esserlo, un oratore comico di prima grandezza, turpiloquente, chiaro come l'acqua di fonte nel dire le sue cose, duro, puro, disinteressato, con idee che si portano come i danesi che pagano solo cento euro per riscaldarsi nel gran freddo attraverso la pompa di calore che ricicla le fogne invece che con le centrali a carbone, con l'elogio dell'orto come luogo rivoluzionario anti Co2 in cui si mette un pomodoro e poi uno se lo mangia, con l'esaltazione dell'evasione fiscale come small government, della Lega d'antan come motore antistatalista, della community organization della sinistra radicale americana, una vena molto genovese da giù le mani dalle mie tasche, sbotti di pietà oratoria per chi si butta dalla finestra per debiti privati contro chi dovrebbe buttarsi dalla finestra per sperperi pubblici, appello ai carabinieri perché non scortino più quei maiali, nomignoli a schiovere, battute divertenti, insomma un campionario irresistibile e ridanciano, ma serio e vigoroso, di cazzate o anche di idee giuste affidate a una banda di cazzari a cinque stelle, che nome.

Può essere che i partiti siano finiti, morti, sepolti, e che la rivoluzione sia dietro l'angolo con le fattezze di un Coluche all'italiana, anzi alla genovese, ma è più probabile che la nuova puntata dell'antipolitica sia simile alle vecchie, quando negli anni Settanta Pannella portava legioni di deputati e senatori all'elezione in comizi colti, densi, pieni di idee e di stronzate contro l'ammucchiata dell'unità nazionale. Roba che emerge e poi non si tiene in piedi, tradizione e sensibilità eterna dei Radicali di Pannella a parte, tanti o pochi che risultino, non tiene come sanno tutti, e intanto ci divertiamo un mondo a Sesto San Giovanni e a Cernusco sul Naviglio, ché un comizio di successo è fun, svaga, dà fondo al meglio e al peggio che è in tutti noi, ci liberà da inibizioni diventate viziose con un vizio di migliore fattura, e il fun, la gioia di vivere, è quello che la politica di ABC non è certo in grado di garantire, solo il burlesque aveva portato la cuoca alla testa dello stato, come voleva Lenin.

Grillo è veramente bravo, tecnicamente ineccepibile, si prodiga e si sfoga perché tutti abbiamo un'età e arrivano i tempi in cui lo stacco del biglietto al botteghino risulta abitudinario, la politica italiana è aperta al teatro, al cabaret, e allora perché non approfittarne via computer e iPad? E poi anch'io rido di cuore quando Grillo manda tutti affanculo, vorrei vedere. Solo che quando prenderà i suoi bei voti sonanti alle amministrative, e si preparerà per la grande sfida alberghiera a cinque stelle, ecco che dovremo rileggere tutte quelle sciatterie interpretative, tutte quelle solennità da quattro soldi sull'avanzata dell'antipolitica. Prospettiva non esaltante, preferisco Monti.

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