Che "servizi" faceva Pollari?

All'inizio dell'anno nuovo si fanno i bilanci di quello appena trascorso e arrivano sui tavoli delle redazioni corposi documenti di varie istituzioni. Fra esse anche i servizi segreti pubblicano il loro testo di "bilanci e prospettive", a cura del Servizio di informazione per la sicurezza della Repubblica, ovvero la struttura di coordinamento fra i servizi diretta dal prefetto De Gennaro. Nello scorrere le pagine del documento di quest'anno, non si può negare che l'impressione non sia quella di un arido mattinale ma venga piuttosto evocata una moderna concezione dell'intelligence come analisi attenta e non sprovvista di bagaglio culturale. Assai opportunamente a pagina 14 un box analizza la nozione di "interesse nazionale" e si rifà alla definizione che ne dà la legge di riforma del 2007.
Me la sono riletta con attenzione. Per quanto il concetto possa essere "dinamico e complesso" non può coprire la difesa di alcuni banchieri contro altri o di alcune cordate finanziarie contro altre nelle partite politico-economiche che si giocano all'interno del nostro Paese. Eppure proprio di questa attività il generale Pollari, come svelava il "Corriere della Sera" ieri, si vantava con don Verzè nell'estate 2006, quella dei furbetti e delle scalate. Se i servizi si sono rinnovati, non è comunque auspicabile un colpo di spugna sul passato da parte dell'autorità parlamentare di controllo. Anche per evitare di mantenere in vita tentazioni evidentemente dure a morire.
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