Cgil, sciopero generale a difesa dell'articolo 18

Dalla Rassegna stampa

Lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per venerdì prossimo, 12 marzo, è destinato a diventare la prima mobilitazione a difesa dell'articolo 18. A proporlo è stata ieri la minoranza della confederazione ma ne hanno parlato anche i segretari confederali Fulvio Fammoni e Susanna Camusso. L'approvazione del "collegato lavoro" contenente la contrasta norma sul ricorso all'arbitrato in alternativa al giudice nelle controversie (licenziamenti compresi) tra imprenditore e dipendente, sembra aver riportato indietro le lancette dell'orologio. Si è tornati al 2002 con la Cgil in piazza da sola e con i toni delle polemica in progressiva ascesa. Otto anni dopo, tuttavia, si registra una Confindustria sostanzialmente defilata: ha parlato solo il vice presidente Alberto Bombassei per dire che gli industriali condividono il provvedimento anche perché ridurrà i tempi delle cause di lavoro.
Lo scontro è soprattutto tra Cgil e governo. Durissimo ieri il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: «Facciano ricorso alla Corte costituzionale, non lo temo per nulla». E poi: «Solo la malafede o l'ignoranza del Pd o della Cgil possono ipotizzare che queste norme riguardino
l'articolo 18. Governo, Cisl, Uil e tutte le organizzazioni dei datori di lavoro ancora una volta la pensano diversamente». Insomma «i soliti noti», per il ministro. Replica di Guglielmo Epifani, segretario della Cgil: «Potrei dire che anche Sacconi è il solito noto, ma è una battuta da avanspettacolo, mentre bisogna ragionare sul merito».
Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil) hanno ribadito che solo la contrattazione aprirà le porte all'arbitrato. Dunque nessun pericolo per i diritti dei lavoratori. Una tesi che ha portato il segretario della Fiom Giorgio Cremaschi a sostenere: «L'attacco del governo avviene con la totale complicità di Cisl e Uil».
L'unità sindacale per ora regge l'urto della complessa vertenza sullo stabilimento Fiat di Termini Imerese. Oggi ci sarà un nuovo incontro tecnico. Ma sarà «interlocutorio» ha fatto sapere il
ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola. E allora Fiom, Finì e Uilm si preparano a proclamare uno sciopero in tuttigli stabilimenti europei del gruppo prima del 21 aprile, quando l'ad Sergio Marchionne presenterà il piano industriale.
 

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