Cesa: il Cavaliere aiuti il Pdl facendo un passo indietro

Non è tenero Lorenzo Cesa. Nella parte del poliziotto cattivo, dopo che Pier Ferdinando Casini sabato ha usato toni più morbidi con Silvio Berlusconi e il Pdl, il segretario dell'Udc chiude la festa di Chianciano con una nuova ingiunzione di sfratto: «Il primo passo» per uscire dalla crisi che sta ferendo pesantemente l'Italia, è «individuare i responsabili, chi ci ha portato fin qui. E tanto per fare nomi e cognomi i responsabili di questa situazione si chiamano Berlusconi, Giulio Tremonti e questo bipolarismo selvaggio».
Sferrato il diretto, che fa scattare gli applausi della platea riunita sotto il tendone del parco delle Tenne, Cesa rinnova l'invito di Casini: «Berlusconi si comporti da uomo politico e ancora prima da italiano responsabile. Si dimetta. E un minuto dopo guidi il suo partito a dare una mano a far nascere un nuovo governo di salvezza nazionale insieme alla forze responsabili del centrosinistra per risollevare le sorti del Paese». Spiegazione: «L'Italia nel passato ce l'ha sempre fatta. Ce l'ha fatta unendosi, remando tutti nella stessa direzione».
Il segretario centrista affronta anche il tema della manovra economica «priva di qualsiasi misura rivolta alla crescita». E lo fa, Cesa, rivolgendosi alla maggioranza: «Non faremo ostruzionismo alla Camera come non lo abbiamo fatto al Senato. Ma non chiedeteci di votare la fiducia, nonne abbia- mo mai avuta in voi. Ma adesso più che mai non ve la meritate». Ancora: «La fiducia la mettete perché non volete discutere gli emendamenti dei vostri parlamentari, dei parlamentari di un Pdl sfasciato al suo interno».
Non manca un attacco durissimo alla Lega. Lo spunto, il giro della Padania: «Una vera pagliacciata». «Adesso siamo al giro ciclistico solo che, cari amici leghisti, in questi giorni state comprendendo che sono gli stessi italiani del Nord a non essere più disposti a dare retta alle vostre pagliacciate e vi riempiono di fischi. La Padania non esiste, fateci un favore: scendete dalle biciclette e tornate a casa. I vostri stessi elettori hanno capito che dietro le pagliacciate si, nasconde solo l'interesse per i posti di potere».
Infine l'annuncio di un referendum per il ritorno alle preferenze e per abolire il premio di maggioranza: «Nelle prossime settimane saremo in ogni piazza d'Italia per raccogliere le firme». E una sberla al Pd: «Non riesce a guarire dai mali del bipolarismo, solo così si spiega perché non riesce a distinguersi dal sindacato che proclama uno sciopero generale».
Da Ancona replica Pier Luigi Bersani. Ma quello del segretario Pd è un messaggio, conciliante: «Siamo interessati a un raggruppamento di centrosinistra di governo, che io ho proposto di chiamare Nuovo Ulivo. E siamo interessati a che da questo raggruppamento venga un messaggio a tutte le forze di centro, a cominciare dall'Udc, per una convergenza».
© 2011 Il Messaggero. Tutti i diritti riservati
SU